Dire che Speranza sapeva delle reazioni avverse è un po’ come scoprire l’acqua calda.
Come spiega bene un post di Silvio Marsaglia autore del libro “Paura e profitto”.
Anche di questo parliamo con il dott. Silvio Sposito, Specialista in endocrinologia e medicina nucleare e il dott. Roberto Masselli, biologo molecolare, in una puntata importante per la mia trasmissione la numero 400. Un traguardo importante ottenuto grazie al mio impegno e soprattutto grazie alle persone che seguono i miei video e i miei articoli, quindi 400 volte grazie a tutti voi!
Molti gli argomenti affrontati dal primo caso di trasmissione dell’aviaria da una mucca ad un uomo, Alle riviste scientifiche a processo per presunta non imparzialità, di turbo cancri, delle 780.000 reazioni avverse negli USA e della disforia di genere che tende a scomparire in età puberale e ovviamente dell’ex ministro Speranza.
Speranza sapeva delle reazioni avverse
Dire che Speranza sapeva delle reazioni avverse è un po’ come scoprire l’acqua calda come fa notare Silvio Marsaglia. Ma c’è da dire che il report Aifa che mostra il 18,7% di eventi avversi erano gravi è di marzo 2023, mentre Speranza (e non solo) lo sapeva dai primi mesi del 2021. In altre parole sapevano che i farmaci sperimentali definiti vaccini, dovevano essere ritirati perché pericolosi ma hanno taciuto, come abbiamo appreso anche dall’inchiesta di Bergamo e dagli Aifa Leaks di “Fuori dal coro”. Così a fine campagna vaccinale e a fine pandemia hanno deciso di metterci al corrente della percentuale degli effetti avversi gravi o gravissimi, un effetto avverso su cinque.
In ogni caso è bene sottolineare che parliamo del 20% degli effetti avversi segnalati all’Aifa, quindi di una cifra estremamente sottostimata, sia per la difficoltà di fare la segnalazione, sia perché in molti non hanno nemmeno provato a fare la segnalazione. Anche questo Speranza lo sa bene. (L’articolo prosegue dopo l’immagine).
Riviste scientifiche a processo
Speranza archiviato ma riviste scientifiche a processo, quelle autorevoli riviste scientifiche ancora oggi citate quasi fossero l’oracolo della verità scientifica, nonostante recentemente sia venuta fuori la parzialità di uno studio sugli incendi in California pubblicato su Nature che strizzava l’occhio all’emergenza climatica.
Da La Verità del 7 Settembre 2023:
La genetista Magdalena Skipper, a capo della rivista Nature e del team editoriale di ricerca, Holden Thorp di Science e Richard Horton di The Lancet sono stati chiamati a testimoniare il 16 aprile davanti alla Commissione ristretta sulla pandemia da Covid della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti.
«Questa udienza esaminerà il rapporto tra le riviste scientifiche e il governo federale», si legge nelle lettere di comparizione e i vari direttori dovranno chiarire se hanno «concesso l’autorizzazione a un accesso inappropriato del governo federale alla revisione scientifica o al processo di pubblicazione, e se il governo federale ha censurato o manipolato in altro modo questi processi».
In pratica le riviste sono accusate di aver pubblicato studi che attribuivano al Sars- Cov-2 un’origine naturale, un caso di cui ci siamo occupati dettagliatamente a suo tempo.
Nella prima riunione tra Anthony Fauci e i vertici della sanità USA, c’è qualcuno che non ha dubbi, il virus non può avere origine naturale, ma nei giorni successivi gli stessi “scienziati” hanno un fitto scambio di mail con Anthony Fauci. Queste mail fanno “miracolosamente” cambiare idea agli scienziati dubbiosi che poco dopo pubblicano su Nature lo studio incriminato sull’origine naturale del Sars- Cov-2
Secondo il rapporto dello scorso luglio, dal titolo «The proximal origin of a cover-up. Did the “Bethesda boys” downplay a lab leak?» Anthony Fauci, al tempo direttore dell’Istituto nazionale delle allergie e delle malattie infettive (Niaid), il dottor Francis Collins, allora direttore del Nih, «esercitarono un’influenza indebita sulla stesura e sulla pubblicazione di Proximal Origin»
Nel febbraio del 2020, The Lancet pubblicò l’appello di scienziati che condannavano
«le teorie della cospirazione che suggeriscono che il Covid-19 non ha un’origine naturale», di fatto silenziando il dibattito.
«Le nostre analisi delle prove disponibili suggeriscono chiaramente che la pandemia è derivata da infezioni umane trasmesse da animali in vendita al mercato all’ingrosso di frutti di mare di Huanan a Wuhan alla fine di novembre 2019», dichiarò sempre Kristian Andersen in due studi su Science.