Agostino Ciucci è un medico coraggioso di Lecce che si è preso cura dei suoi pazienti durante la pandemia.
Come tanti suoi colleghi si è trovato in prima linea al pronto soccorso durante la pandemia, ha così vissuto il dramma degli ospedali dove troppe persone finivano in terapia intensiva e una volta entrati in pochi uscivano vivi. Proprio per questo, avendo capito che bisognava intervenire subito, che il protocollo tachipirina e vigile attesa equivaleva ad una condanna, se non a morte ad un peggioramento, si è dedicato alle cure domiciliari.
La sua è una testimonianza unica e piena di umanità, racconta il dramma dei pazienti, il terrore nei loro occhi, la solitudine e la disperazione, la sofferenza e il dolore senza il conforto dei propri cari, senza nemmeno il conforto spirituale di un sacerdote.
Racconta che la prima cosa che faceva era quella di togliersi la mascherina, avere un contatto umano, per tranquillizzare i pazienti, racconta che le accarezzava per confortarle, gesti semplici ma pregni di quell’umanità perduta e dimenticata nell’era Covid.
Gli ospedali da luoghi di cura trasformati in luoghi di sofferenza e morte, persone arrivate in condizioni disperate a causa dell’abbandono da parte dei medici che senza visitarli prescrivevano tachipirina e vigile attesa, pazienti arrivati non gravi, pazienti entrati in ospedale per altri motivi, molti dei quali non hanno avuto scampo. Sono morti soli, le loro cose restituite in un sacco come i loro corpi, quando non venivano cremati, ai parenti non resta nemmeno la consolazione di un ultimo saluto, nemmeno la certezza che in quel sacco nero c’era il loro congiunto.
Le cure c’erano ma i pazienti morivano
Eppure sottolinea Ciucci le cure c’erano, l’idrossiclorochina e la cinanserina erano già state usate con successo con la Sars-Cov-1, ma sono state inspiegabilmente e antiscientificamente boicottate, così come gli antinfiammatori da sempre usati contro i coronavirus sono stati caldamente sconsigliati, le cure domiciliari demonizzate dai “medici da salotto tv” e apertamente ostracizzate dal ministero della sanità che è addirittura ricorso al Tar per ripristinare il protocollo antiscientifico “tachipirina e vigile attesa”.
Ma c’era anche la cura per chi finiva in ospedale, l’aveva trovata il dott. De Donno, la cura democratica, il sangue dei guariti donato ai malati, il plasma iperimmune o plasmaferesi, una cura tutta italiana con la quale sono stati salvati molti pazienti anche gravi, ma hanno detto che non funzionava, hanno demonizzato anche questa e hanno disintegrato il sogno, l’impegno, la passione e la dedizione del dott. De Donno che da cattolico aveva realizzato un piccolo miracolo: salvare le vite grazie ad altre vite. Anche l’ossigeno ozono terapia aveva dato ottimi risultati sui pazienti anche gravi ma anche quella è stata prima demonizzata e poi abbandonata. (L’articolo prosegue dopo l’immagine)
Resta una domanda, hanno demonizzato tutte le possibili cure, ma su quello che accadeva negli ospedali, sulle terapie utilizzate negli ospedali nessuno ha avuto dubbi nonostante la strage a cui abbiamo assistito? Sul fatto che fossero state sconsigliate le autopsie? Sulle migliaia di euro percepite giornalmente dagli ospedali per i pazienti Covid in reparto ordinario o in terapia intensiva?
Così come l’intubazione di massa, utilizzata come se fosse una terapia, pompare ossigeno in polmoni pieni di trombi è un trattamento adeguato? È migliorativo o peggiorativo?
Così il dott. Ciucci si è speso sul territorio curando migliaia di pazienti, anche telefonicamente, sono tutti guariti, ha utilizzato le terapie domiciliari tarando i farmaci sul singolo paziente, in alcuni casi ha utilizzato anche la C.R.A.Pu di cui abbiamo parlato recentemente qui e qui.
Poi sappiamo come è andata, una volta trasformato un virus non mortale e perfettamente curabile in un virus killer per cui non esistono cure, hanno detto che l’unica soluzione era un “vaccino” preparato in fretta e furia, un farmaco sperimentale che hanno potuto spacciare come vaccino dopo avere cambiato la definizione del termine vaccino.
Un farmaco sperimentale venduto come immunizzante inizialmente per anni, sicuro ed efficace, vaccinarsi era un dovere specialmente per proteggere i fragili, poi l’obbligo il green pass come garanzia di ritrovarsi tra persone non contagiose … Una marea di menzogne, erano al corrente fin dall’inizio che questi farmaci sperimentali non impedivano il contagio e nemmeno la trasmissione, quindi vaccinandoci non ci proteggevamo dal virus e non proteggevamo nemmeno gli altri.
I fragili e le donne incinte vaccinati per primi quando mancavano i dati sulle sperimentazioni, studi di geno tossicità non effettuati, proteina Spike tarata sulla prima variante, mancanza di studi clinici, presenza di DNA, eccipienti pericolosi, contratti di acquisto secretati, certificati di sicurezza intermedi dopo la messa in commercio secretati …
Poi qualcuno si stupisce che non sia andato esattamente tutto bene, ancora cercano di nascondere le decine di migliaia di effetti avversi, così come tentano di attribuire al cambiamento climatico i malori improvvisi.
Come se non bastasse il governo ha prolungato il green pass e sulle nostre teste pende il trattato pandemico che darebbe pieni poteri all’OMS primo responsabile di questo sfacelo. Insomma c’è poco da essere pazienti.
Per uscire da tutto questo abbiamo bisogno di persone oneste che ci rappresentino e che siano dalla nostra parte, con questo impegno il dott. Agostino Ciucci si candiderà con una lista civica a sindaco di Lecce, ora tocca ai cittadini fare la loro parte.