Quello dell’Iran a Israele è stato un vero attacco?
Ne parliamo con Gino Carnevale, pubblicista e opinionista che torna in trasmissione dopo l’ultima puntata sui guai di UE e Von Der Leyen.
Iniziamo col dire che il raid israeliano che ha distrutto il consolato iraniano a Damasco in Siria non è stato condannato a dovere da stampa e governi occidentali, al contrario è stato visto come una normale azione di guerra, come un atto dovuto, peccato che Israele non sia formalmente in guerra con l’Iran e che le sedi diplomatiche siano neutrali e non si posano attaccare, insomma un atto di terrorismo, un terrorismo di stato ma pur sempre terrorismo. Le sedi diplomatiche (ambasciate e consolati) infatti per un’antica consuetudine internazionale, sono protette dalla cosiddetta immunità territoriale.
L’attacco dell’Iran a Israele
L’Iran ha attaccato Israele con 110 missili balistici, 185 droni e 36 missili da crociera, In totale 331 ordigni lanciati contro Israele.
Secondo “Il Giornale”: “Il costo unitario dell’Iron Dome era (nel 2013) di 50 milioni di dollari per batteria e di 100-150mila dollari per intercettazione. Il sistema Arrow3 è ancora più avanzato e efficace anche contro i cosiddetti missili tattici balistici.
Secondo il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il prezzo di un singolo missile intercettore Iron Dome è di circa 50.000 dollari USA e, nella maggior parte dei casi, è diretto a un razzo primitivo e impreciso con un carico esplosivo relativamente contenuto. Nel caso dell’intercettazione di un missile balistico, invece, i numeri sono in un ordine di grandezza completamente diverso: secondo diverse stime, il prezzo di un missile Arrow è di circa 2,5 milioni di dollari, e, allo stesso tempo, il prezzo del missile bersaglio su cui è puntato è simile. L’establishment della Difesa non ha fornito dettagli sull’ambito di utilizzo di ciascuno dei tipi di missili intercettori che Israele ha diretto contro il flusso di missili balistici, missili da crociera e droni suicidi lanciati dall’Iran. Oltre ai missili Arrow, i sistemi di intercettazione hanno impiegato anche missili lanciati dal sistema David’s Sling, che erano puntati contro i missili da crociera. Il prezzo di un singolo intercettore lanciato dal sistema David’s Sling è stimato in un milione di dollari USA. (ICE TEL AVIV).
Secondo “Il Giornale” Israele avrebbe speso 1,3 miliardi per abbattere missili e droni iraniani. A quanto riporta “Il sole 24 ore”, gli aerei americani hanno abbattuto più di 70 droni e missili da crociera, i cacciatorpediniere statunitensi dispiegati nel Mediterraneo orientale hanno abbattuto 4/6 sei missili balistici, mentre una batteria di missili Patriot in Iraq ne ha abbattuto un altro.
È stata un’operazione coordinata con le forze armate del Regno Unito, anche loro capaci di abbattere diversi missili e droni, con quelle francesi e con quelle della Giordania, che ha partecipato all’operazione nonostante i missili iraniani che hanno sorvolato il suo spazio aereo nonostante fossero diretti oltre confine, in Israele.
Sempre secondo il ministero Israele avrebbe intercettato oltre 100 missili balistici, quindi gli “alleati” di Israele ne avrebbero abbattuti 231.
Se Israele avesse dovuto vedersela da solo contro 331 missili e droni sarebbe comunque riuscita ad abbatterli quasi tutti? Quale sarebbe stato il costo?
L’Iran ha speso circa 30 milioni di dollari per il suo attacco, Israele circa 1,3 miliardi di dollari. Mentre i razzi Katyusha preferiti da Hamas e Hezbollah costano in genere circa 300 dollari a lancio, mentre i missili Tamir dell’Iron Dome costano dai 20.000 ai 100.000 dollari e di solito ne vengono lanciati 2 per ogni razzo da abbattere per avere la certezza di intercettarlo.
Secondo il generale Paolo Capitini intervistato da “La Verità” la mossa iraniana cambia la partita: «Il regime ha usato uno sciame di droni da quattro soldi e in mezzo ha infilato i missili buoni, costringendo Israele a sprecare i suoi. Ora Gerusalemme è obbligata a inseguire»
Insomma è anche una guerra di costi che Israele non può permettersi a lungo, mentre i suoi nemici possono compiere attacchi ripetuti logorandolo finanziariamente.
Infine Israele dice di aver abbattuto il 99% dei missili e dei droni se ciò fosse vero sarebbero andati a bersaglio meno di 4 missili, ma nei video che ho recuperato vediamo ne vediamo 4 a segno. Insomma gli attacchi andati a bersaglio potrebbero essere ben più di 4.
Quello dell’Iran è stato un “attacco farsa”?
L’Iran avrebbe avvertito gli stati Uniti dell’attacco, dando informazioni sul numero di lanci, punto di partenza, obiettivo e orario del lancio.
Perché l’Iran ha avvertito, nei giorni e nelle ore precedenti, i Paese della regione, perfino quelli arabi sunniti che dialogano con Israele, che sarebbe scattata la rappresaglia? Perché, anziché lanciare missili e droni dall’Iran, che richiedono ore prima di arrivare in Israele, non ricorrere invece ai missili balistici a disposizione degli Hezbollah libanesi, che sarebbero stati intercettati con molta più difficoltà e comunque non tutti? E soprattutto perché, ancora una volta, l’Iran, attraverso la mediazione dell’ambasciata Svizzera a Teheran, si sarebbe messo in contatto con gli Stati Uniti poco dopo l’attacco, ancor prima che venisse abbattuto l’ultimo missile, assicurando che l’attacco era finito e non ci sarebbe stato alcun seguito, così come hanno spiegato funzionari dell’Amministrazione Biden?
È dunque stato un attacco farsa? Non esattamente è stato un attacco che non aveva l’obiettivo di provocare dei danni, un’azione dimostrativa, ma come sarebbe andata se l’Iran avesse voluto davvero far male ad Israele? Se Usa, Gran Bretagna, Francia, Giordania a Arabia Saudita non dovessero più intervenire in aiuto di Israele, l’Iron Dome da solo sarebbe in grado di neutralizzare gli attacchi?
La risposta è no, non sarebbe in grado anche a questo è servito questo attacco, a far sentire Israele meno sicuro e come abbiamo visto a fargli spendere 1,3 miliardi in poche ore.
Venerdì un attacco israeliano ha colpito una base militare iraniana a Isfahan. Secondo Teheran: “Attacco fallito, droni abbattuti e nessuna vittima”
Nel proseguo della puntata Ghassan Abu Sittah medico palestinese del Regno Unito
Racconta il bombardamento ospedale Ahli Arab di Gaza e il trattamento ricevuto in Germania.
Poi cambiamo argomento e parliamo del fatto che l’ex ministro Speranza sapeva che il 20% degli effetti avversi era grave, eppure la consiglio anche ai bimbi. Sarà un caso ma anche a Bologna è stato contestato da una piccola folla “inferocita” ed è dovuto darsela a gambe uscendo dalla porta sul retro scortato dalla polizia.