In questa puntata vedremo un film/documentario sui segreti ONU.
Ma vedremo anche come ONU e WEF portino avanti le stesse politiche
L’ONU protegge gli eco vandali
Da “La Verità” del 2 marzo 2024, Michael Forst, relatore speciale dell’ONU (Nazioni Unite) ha dichiarato: «La repressione che gli attivisti nonviolenti stanno affrontando è una delle minacce più grandi per la democrazia e i diritti umani».
«L’emergenza ambientale che viviamo e dobbiamo affrontare collettivamente, e che gli scienziati documentano da decenni, non può essere affrontata se coloro che lanciano l’allarme e chiedono un’azione vengono criminalizzati per questo L’unica risposta legittima all’attivismo ambientale pacifico e alla disobbedienza civile è che le autorità, i media e il pubblico si rendano conto di quanto sia essenziale per tutti noi ascoltare ciò che i difensori dell’ambiente hanno da dire».
«Denigrare questi comportamenti giustifica la repressione e l’assottigliamento dello spazio di dibattito pubblico».
Dov’era l’ONU di grazie quando politici, giornalisti e opinionisti si auguravano la morte dei loro concittadini che rifiutavano il Tso con farmaci sperimentali? Dov’era l’ONU quando le forze dell’ordine malmenavano i manifestanti pacifici a Roma, Milano, Trieste …? Dov’era l’ONU quando le forze dell’ordine davano la caccia a persone sulla spiaggia? Dov’era l’ONU quando persone senza mascherina venivano malmenate? Dov’era l’ONU quando facevano il Tso ad un ragazzo che si rifiutava di indossare la mascherina a scuola?
Michael Forst prosegue: «Gli Stati hanno creato un clima di paura e intimidazione per i difensori dell’ambiente, in violazione dei loro obblighi internazionali. Queste repressioni hanno un concreto e pericoloso effetto: limitare l’esercizio dei diritti fondamentali».
Bisogna che le nazioni agiscano «Per contrastare le narrazioni che dipingono i difensori dell’ambiente e i loro movimenti come criminali». e che evitino di «utilizzare l’aumento della disobbedienza civile ambientale come pretesto per limitare lo spazio civico e l’esercizio delle libertà fondamentali».
Anzi, occorre «affrontare le cause profonde della mobilitazione ambientale».
È evidente che l’ONU porta avanti la falsa narrazione del WEF sulla presunta emergenza climatica, che è solo l’ennesimo strumento di controllo e paura, così come sposa l’agenda 2030 e il grande reset. Inoltre come vedremo nel video l’ONU non ha fatto nulla per diminuire la povertà o per proteggere l’ambiente.
Idso, S. e Kimball, B. (1994). Effetti dell’arricchimento atmosferico di CO2 sull’accumulo e sulla distribuzione della biomassa nei pini Eldarica. Giornale di botanica sperimentale, 45, 1669-1672.
Come potete vedere, anche un aumento di CO2 molto più piccolo ha un effetto sostanziale. Con buona pace di WEF e ONU.
Studi Falsi sul clima
Patrick T. Brown ha pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature uno studio sugli incendi in California, insieme ad altri sette colleghi. Studio nel quale si attesta la correlazione tra i cambiamenti climatici e l’insorgere di incendi di vastissima portata, che sarebbero appunto favoriti e aggravati dai cambiamenti climatici.
Ma poi con un intervento su The Free Press e un lungo post su X (ex Twitter), Brown ha ammesso che lo studio non è scientificamente corretto.
Scrive: La squadra di scienziati, si è soffermata soltanto sul climate change, ignorando altri fattori «altrettanto o più importanti»: ad esempio, «la cattiva gestione delle foreste e l’incremento nel numero di persone che appiccano roghi, o accidentalmente o deliberatamente».
Perché “truccare” lo studio e non tenere conto di fattori fondamentali per l’esattezza dello stesso? Secondo Brown «avrebbe annacquato la storia che giornali prestigiosi come Nature e il suo rivale, Science, vogliono raccontare», ovvero che tutti i mali del mondo sono colpa del riscaldamento globale.
«La prima cosa che un ricercatore climatico astuto sa è che il suo lavoro dovrebbe sostenere la narrativa dominante. Ossia, che gli effetti del cambiamento climatico sono pervasivi e catastrofici e che il modo principale di affrontarli non è varare misure pratiche di adattamento, tipo infrastrutture più forti e resilienti», bensì ridurre le emissioni di gas serra.
Insomma scienziati, ricercatori e chiunque ambisca ad una carriera universitaria o scientifica, deve far uscire i suoi lavori su riviste prestigiose, ma per ottenere la pubblicazione gli studi devono essere compiacenti verso gli editori. Meglio se lo studio contiene numeri o cifre impressionanti, capaci di attirare l’attenzione di televisioni, quotidiani e siti Internet. Questa «è la norma» per le opere «di alto profilo» conclude Brown.
Brown cita anche un altro saggio pubblicato, guarda caso, su Nature e fa notare che, stando alle statistiche, «i decessi legati alle ondate di calore sono diminuiti e la resa dei raccolti è in aumento da decenni». L’opposto di ciò che sostenevano gli estensori della ricerca, nel frattempo sfruttata dai giornalisti che battono sull’apocalisse ambientale.
Nel proseguo della puntata vediamo il film documentario sull’ONU: “I segreti delle Nazioni Unite” di stopworldcontrol.com