Bergoglio e Viganò, lati opposti della stessa moneta?
Torna in trasmissione Flavio Pisaniello, studente di teologia e filosofia, dopo l’ultima apprezzatissima puntata: “Dal concilio a Bergoglio, cosa resta della Chiesa?”
Mons. Carlo Maria Viganò, (Varese, 16 gennaio 1941) è un arcivescovo cattolico italiano, dal 12 aprile 2016 già nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America.
Il 3 aprile 1992 viene nominato nunzio apostolico in Nigeria e arcivescovo titolare di Ulpiana da papa Giovanni Paolo II. Il 26 aprile seguente riceve l’ordinazione episcopale, nella basilica di San Pietro in Vaticano, per imposizioni delle mani dello stesso pontefice.
Il 4 aprile 1998 è nominato delegato per le Rappresentanze pontificie nella Segreteria di Stato della Santa Sede.
Il 16 luglio 2009 viene trasferito all’ufficio di segretario del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, presieduto dal cardinale Giovanni Lajolo. La sua gestione, attraverso procedure contabili centralizzate e verificabilità dei costi, ha portato da un deficit equivalente ad oltre 10 milioni di dollari del 2009 a raggiungere un saldo positivo equivalente a circa 44 milioni di dollari l’anno successivo. Dopo insistenti voci che lo volevano allontanato da questo incarico per attriti con vari elementi di spicco del Vaticano, il 19 ottobre 2011 è nominato nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America. Vi resta fino al 12 aprile 2016, quando, dopo aver presentato le dimissioni come prescritto al compimento dei 75 anni, viene annunciata la nomina del suo successore.
Le accuse di Lorenzo Viganò
Nel 2018 è stato condannato da un tribunale a pagare a uno dei suoi fratelli, don Lorenzo Viganò, sacerdote disabile, un maxi-risarcimento di quasi due milioni di euro, oltre gli interessi legali e le spese processuali, per aver gestito da solo i proventi dei beni immobili ricevuti in eredità dal padre. Monsignor Carlo Viganò fu l’iniziatore del primo scandalo Vatileaks, in cui accusava Bertone di averlo cacciato dal Vaticano per coprire scandali e corruzione.
Una lettera dei fratelli Viganò recante data 20 marzo 2013 e pubblicata dall’ex editorialista di Famiglia Cristiana Aldo Maria Valli, affermava:
«Infatti non farebbe forse comodo a quanti si fossero macchiati in episodi di mala gestio ed affarismo all’interno delle istituzioni della Chiesa, far credere che “il moralizzatore” della Curia avrebbe a sua volta un passato torbido da nascondere? E, in tale caso, quale migliore alleato che un fratello provato dalla malattia, in preda ad un vero e proprio delirio di persecuzione, che ha rifiutato qualsiasi incontro pacificatore non solo con il fratello sacerdote ma anche con noi fratelli, amici comuni, uomini di chiesa, e persino il suo padre spirituale, don Giulio Giacometti?
L’entourage di nostro fratello Lorenzo vuole dipingere Lorenzo come una vittima impaurita dal potente fratello Carlo Maria: ma è un quadro assolutamente distorto. Tale campagna è stata chiaramente utilizzata per sfruttare facilmente l’eco delle inconsulte iniziative e dichiarazioni di Lorenzo per distruggere l’immagine pubblica di monsignor Carlo Maria, nell’ambito della vicenda ormai tristemente nota con il nome di Vatileaks.
Lorenzo appare tutt’altro che intimorito. Con le sue ultime dichiarazioni alla stampa ha letteralmente distrutto il nome della nostra famiglia. Ma nonostante tutto noi continuiamo, e siamo sicuri anche Carlo Maria continua, ad amarlo come fratello: Lorenzo è una vittima di chi lo circonda.
Questa vicenda costituisce per la nostra famiglia una vera tragedia, fonte di dolore e preoccupazione: ma noi continuiamo a sperare che un giorno nostro fratello Lorenzo possa tornare a parlare con i suoi fratelli rendendosi conto che coloro che ne hanno favorito le ultime dichiarazioni lo stanno utilizzando come una mera pedina per distruggere la reputazione di nostro fratello Carlo Maria.»
Il caso McCarrick
Ma nel 2018 un documento dei legali dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò ribalta la vicenda pesantemente strumentalizzata da alcuni organi di stampa e siti. Che hanno preso a pretesto quella vicenda giudiziaria per cercare di sminuire la credibilità della testimonianza data dall’ex nunzio negli Stati Uniti sul problema di McCarrick, delle sue coperture e complicità, in America e in Vaticano, e della sua influenza sulla “politica” di nomine vescovili e cardinalizie. La lettera aperta del cardinale Ouellet, anche se molto severa nei toni verso Viganò, ha di fatto confermato quello che all’inizio alcuni mettevano in dubbio, e cioè l’esistenza di provvedimenti restrittivi presi da Benedetto XVI nei confronti di McCarrick.
L’arcivescovo McCarrick, pedofilo e omosessuale, ha predato diversi seminaristi, all’interno di una rete omosessuale che opererebbe all’interno della Chiesa, in USA e altrove, come denunciato da Viganò.
In un’intervista al Washington Post del 2019 Viganò affermò che il Papa mente su McCarrick. Giovanni Paolo II e Benedetto XVI che hanno commesso anche loro «errori» sul caso dell’ex arcivescovo di Washington perché sono «esseri umani», mentre Francesco dovrebbe dimettersi.
Viganò è stato costretto ad un auto-esilio dopo aver accusato la «mafia gay» regnante in Vaticano.
Gli attacchi a Viganò
Viganò quindi è una figura scomodissima per il Vaticano e soprattutto per Bergoglio definito “servo di satana”, ma a quanto pare è scomodo anche per gli oppositori di Bergoglio, che non perdono occasione di attaccarlo con le più svariate accuse, facendo così il gioco dello stesso Bergoglio.
Un esempio sono gli attacchi sul caso delle suore di Pienza a cui Mons. Viganò ha risposto così:
Come mai Viganò non viene punito da Bergoglio, che sappiamo essere particolarmente accanito e vendicativo, verso chi gli fa notare le sue eresie e la sua distanza dal Vangelo?
Fiducia Supplicans è un testo eretico?
Bergoglio ha eletto molti cardinali Bergogliani e quindi il prossimo Papa sarà “Bergogliano” perché i suoi cardinali hanno la maggioranza?
In sei anni di Pontificato, dal 2023 al 2029, Francesco ha creato 67 nuovi cardinali elettori, sforando il limite di 120 porporati, stabilito da Paolo VI.
Bergoglio è una novità o è la naturale conseguenza dei papati precedenti?
Flavio Pisaniello risponde a queste ed altre domande.