Julian Assange, niente è come sembra, o meglio come sembrava prima che Julian Assange irrompesse sulle cronache internazionali con WikiLeaks pubblicando verità dirompenti, documenti secretati, filmati di guerra, mail riservate … che hanno spezzato e svergognato la narrativa statunitense e non solo.
Ma chi è Julian Assange? Quale la sua attività e la storia di WikiLeaks? Perché nel 2012 ha chiesto (e ricevuto) asilo politico all’ambasciata dell’Ecuador a Londra? Perché si trova agli arresti dall’aprile 2019 anni in condizioni severissime? Ma soprattutto quali sono le sue colpe, avere fatto il suo dovere di giornalista o aver svelato quei segreti che gli sono costati l’odio degli Usa della Gran Bretagna e della Francia, giusto per fare qualche esempio?
Con questa prosegue la collaborazione con la casa editrice Nexus Edizioni, trovate le puntate precedenti qui.
Dopo la fortunatissima puntata sul Deep State torna in trasmissione Germana Leoni autrice del libro “Julian Assange – Niente è come sembra”, nella presentazione del libro scrive:
“Questo libro propone una diversa versione della storia recente, la stessa che Julian Assange voleva che fosse esposta e per la quale sta pagando un caro prezzo.
Leggendolo, scoprirete che “niente è come sembra”. Che il “cattivo” non è tanto cattivo. Che il “buono” non è poi tanto buono. E che la storia non può essere raccontata in bianco e nero. Perché raccontata così, è soltanto una bugia.
Ma soprattutto scoprirete che la manipolazione dell’informazione è capillare al punto da farvi digerire la legittimità di una repressione diretta non più verso colui che commette un crimine, ma verso colui che lo denuncia.
La lotta di Assange non è solo una lotta per contrapporre la verità alla bugia e la trasparenza alla segretezza. E nemmeno solo una battaglia per la libertà di stampa e di espressione. La sua è una lotta per la sopravvivenza della stessa democrazia. È quindi una lotta per tutti noi”.
Julian Assange: l’uomo che sognava la democrazia
Julian Assange nasce in Australia, dotato di un’intelligenza fuori dal comune, quando era giovane era un Hacker, venne incriminato ma gli stessi che lo avevano perseguito dissero che lui agiva per la trasparenza, quindi se la cavò con una semplice sanzione amministrativa e smise di fare l’hacker.
In seguito si trasferisce in Europa dove nel 2006 fonda WikiLeaks, una piattaforma informatica, fino al 2010 pubblica notizie non imbarazzanti per l’establishment anglo-americano, quindi non solo non gli succede nulla ma si guadagna una fama mondiale di bravissimo giornalista e editore.
I guai iniziano nel 2010, quando pubblica i diari di guerra Afghani e Iracheni, dove documenta i crimini di guerra anglo-americani in Afghanistan e Iraq.
Il 18 novembre 2010 il tribunale di Stoccolma spicca un mandato d’arresto in contumacia nei suoi confronti con l’accusa di stupro, molestie e coercizione illegale.
L’accusa, che si rivelerà completamente falsa, venne fatta da due donne, ma poi si scoprirà che non avevano denunciato uno stupro e che oltretutto erano anche state imbeccate, l’obiettivo era duplice da una parte diffamarlo e criminalizzarlo, dall’altra facilitare la sua estradizione negli Usa dalla Svezia.
Assange si rese disponibile a recarsi a Stoccolma per testimoniare, ma a condizione che nessuno tentasse di estradarlo, la richiesta non viene accordata e la Svezia fa richiesta di estradizione alla Gran Bretagna, Il 2 novembre 2011 l’Alta corte di Londra dà il via libera all’estradizione, Nel giugno 2012 la Corte Suprema britannica rigetta il ricorso contro il via libera all’estradizione ed Assange chiede asilo politico come perseguitato presso l’ambasciata dell’Ecuador a Londra. Passerà 7 anni chiuso in questa ambasciata, dove vengono violati tutti i diritti umani e dove vengono spiati i suoi colloqui con gli avvocati. Pensate che Nils Melzer, dal 2016 al 2022 relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura e altre punizioni o trattamenti crudeli, disumani o degradanti, dichiarò che Julian Assange nei sette anni che trascorse nell’ambasciata era sottoposto a tortura psicologica.
Nel 2019 l’Equador nega l’asilo politico, l’ambasciata viene “assediata” militarmente e Assange viene prelevato con la forza e rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh di Londra, dove sono ospitati alcuni dei criminali più celebri e pericolosi della Gran Bretagna, questo carcere è chiamato la “Guantanamo inglese”.
Contro Assange non ci sono prove, non ha mai pubblicato nulla di falso, ogni cosa pubblicata era documentata, ha la sola colpa di aver fatto conoscere al mondo migliaia di documenti riservati, tra cui alcuni file del Pentagono di interesse pubblico relativi a crimini di guerra compiuti dagli americani in Iraq e in Afghanistan, per questo bisognava chiudergli la bocca.
L’Inghilterra ha dato il via libera all’estradizione bocciando i ricorsi di Assange, e tra poco ci sarà l’ultima udienza, l’ultimo appello.
I sostenitori di Julian Assange stanno esortando il fondatore di WikiLeaks ad accettare il patteggiamento segnalato dall’amministrazione Biden.
Come scrive l’ambasciatore Bradanini: Se estradato negli Usa, il fondatore di Wikileaks potrebbe essere condannato, secondo l’Espionage Act, a 175 anni di carcere, sulla base di 18 imputazioni penali, per le quali in un mondo non distopico come il nostro avrebbe ottenuto un Premio Nobel.
WikiLeaks
WikiLeaks (dall’inglese leak «perdita», «fuga [di notizie]») è un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro che riceve in modo anonimo, grazie a un contenitore protetto da un potente sistema di cifratura, documenti coperti da segreto (di Stato, militare, industriale, bancario) e poi li carica sul proprio sito web. WikiLeaks riceve, in genere, documenti di carattere governativo o aziendale da fonti coperte dall’anonimato e da whistleblower (Una persona che lavorando all’interno di un’organizzazione, di un’azienda pubblica o privata si trova ad essere testimone di un comportamento irregolare, illegale, potenzialmente dannoso per la collettività e decide di segnalarlo all’interno dell’azienda stessa o all’autorità giudiziaria o all’attenzione dei media, per porre fine a quel comportamento).
I diari di guerra
I primi crimini di guerra svelati da WikiLeaks sono quelli compiuti in Afghanistan, seguiti da quelli iracheni, tra cui il più famoso è il video “collateral murder” che documento l’omicidio a sangue freddo, compiuto da un elicottero statunitense, di un gruppo di civili iracheni tra cui due giornalisti della Reuters. L’orrore non finisce qui, perché un furgoncino con due bimbi a bordo si ferma, scendono due uomini e mentre soccorrono un ferito l’elicottero spara ancora uccidendo i due uomini e ferendo i due bambini all’interno del furgone.
Tra le mail come on ricordare quelle di Hylary Clinton, che svelano i veri motivi dell’invasione della Libia.
Sempre in Libia gli Usa avevano messo a protezione del consolato americano a Bengasi un gruppo di terroristi i quali poi attaccarono il consolato, che in realtà era una copertura. Infatti nella palazzina adiacente all’edificio del consolato operava la CIA.
Dovevano trovare l’arsenale libico da spedire in Siria, individuare punti di debolezza della Siria di Bashar Al Assad per poi attaccarlo.
Le primavere arabe vennero organizzate degli Stati uniti.
I diplomatic cables e le mail di Hillary Clinton
I diplomatic cables, sono comunicazioni tra stazioni estere USA, consolati e ambasciate e dipartimento di stato.
Fu intercettata una mail tra il capo dell’organizzazione voices for progress che scrive a John Podesta braccio destro di Hillary Clinton (appena nominato inviato per il clima da Biden):
“Dopo le rivoluzioni colorate dobbiamo fare una rivoluzione colorata all’interno della Chiesa cattolica”, risposta: “Sì dobbiamo farlo ho già l’organizzazione pronta ma non ho trovato il leader”. Sembra che oggi abbiano trovato in Bergoglio il loro leader perfetto.
Si scoprì che Hillary Clinton aveva un account privato dalla sua residenza di New York, cosa assolutamente vietata, e dalle mail vennero fuori interferenze americane con affari europei Germania Italia. Questo e tanto altro in una puntata ricca e coinvolgente.
Julian Assange – niente è come sembra
Questo libro vuole dare voce all’uomo a cui è stata tolta, a un programmatore, un giornalista e un editore australiano. A Julian Assange, l’anima di WikiLeaks: insurrezione mediatica, una reazione alla narcotizzante omogeneità della stampa mainstream che da decenni ci impone una totale uniformità di vedute. Ci impone di accettare i piani di promozione di un ordine egemonico planetario un programma che non suscita la passione popolare. E sembrava riuscirci fino all’arrivo di Julian Assange, il giornalista che non vende propaganda. Vende documenti e fatti.
Questo libro propone una diversa versione della storia recente, la stessa che Julian Assange voleva che fosse esposta e per la quale sta pagando un caro prezzo.
Leggendolo, scoprirete che “niente è come sembra”. Che il “cattivo” non è tanto cattivo. Che il “buono” non è poi tanto buono. E che la storia non può essere raccontata in bianco e nero. Perché raccontata così, è soltanto una bugia.
Ma soprattutto scoprirete che la manipolazione dell’informazione è capillare al punto da farvi digerire la legittimità di una repressione diretta non più verso colui che commette un crimine, ma verso colui che lo denuncia.
La lotta di Assange non è solo una lotta per contrapporre la verità alla bugia e la trasparenza alla segretezza. E nemmeno solo una battaglia per la libertà di stampa e di espressione. La sua è una lotta per la sopravvivenza della stessa democrazia. È quindi una lotta per tutti noi.
Deep State – L’ombra del quarto Reich
Germana Leoni è autrice di diversi libri tra cui “Deep State – L’ombra del quarto Reich”, a cui abbiamo dedicato la puntata del 24 novembre 2023.
Germana Leoni
Germana Leoni von Dohnanyi è stata reporter dal Sud-est asiatico per il “Il Giornale” di Indro Montanelli e, dopo l’abbandono del direttore, per “L’Indipendente” di Vittorio Feltri. Ha collaborato con “Panorama” e altri settimanali, con la radio tedesca Westdeutscher Rundfunk, con il periodico tedesco “Greenpeace Magazine” (Amburgo) e con la “Voce del Ribelle” di Massimo Fini.
È coautrice di Schmutzige Geschäfte und Heiliger Krieg (Pendo Verlag) e Somalia
(Editori Riuniti), autrice di Bush and Bush (Editori Riuniti), Rapporto Medusa (Mursia) e Lo Stato Profondo (Imprimatur), Julian Assange Niente è come sembra (Nexus Edizioni).