Sanremo e i danneggiati. La Malattia-X, recentemente “lanciata” (come si fa con un prodotto commerciale o con una pubblicità) da Tedros alla riunione annuale del WEF (World Economic Forum) è l’ultima profezia del terrore. Il trattato pandemico che sarà votato a breve e che darebbe enormi poteri all’OMS, la procura chiede l’archiviazione per Magrin e Speranza. Gli agricoltori europei sono sul piede di guerra e anche in Italia sale la protesta.
Di questo parliamo con Andrea Caldart, Editore di Quotidianoweb.it e Gino Carnevale, pubblicista e opinionista, ma prima commentiamo il rifiuto, o meglio il silenzio, la non risposta, del Comune di Sanremo ad una richiesta di uno spazio esterno per una postazione giornalistica durante il Festival di Sanremo.
Il Comune di Sanremo non risponde alla richiesta di Quotidianoweb.it
La richiesta nasce da un’idea di Andrea Caldart, per dare visibilità alle persone danneggiate da vaccino, ed era appoggiata da alcune associazioni, non si richiedeva uno spazio in passerella e nemmeno all’entrata del teatro Ariston, andava benissimo anche uno spazio defilato, ma il Comune di Sanremo non ha nemmeno risposto alla richiesta.
Certo intorno al Festival di Sanremo girano un sacco di soldi, molti interessi e probabilmente non si vuole correre il rischio che qualcuno “Rovini la festa”, d’altronde i danneggiati sono invisibili a tutti, in primis agli organi dei medici, alle ASL e ai medici, ma specialmente a politici, media, quotidiani e TV, quindi perché mai concedergli qualche briciola di visibilità? No, in questa giostra dove piovono soldi e l’obiettivo sono gli ascolti, per i danneggiati non c’è spazio nemmeno per una piccola elemosina, nessuna concessione.
Ma perché nemmeno uno spazio lontano dal Festival di Sanremo? Forse perché magari qualche televisione estera poteva interessarsi e fare un servizio, che figura ci avrebbe fatto la RAI?
Eppure la trasmissione va in diretta sulla RAI che è una televisione pubblica a cui paghiamo il canone e quindi dovrebbe svolgere un servizio pubblico.
La RAI che ha ospitato Burioni in questi anni, senza alcun contraddittorio e senza che qualcuno potesse smentire le sue dichiarazioni in base a dati scientifici, non ha concesso il confronto ai danneggiati che manifestavano davanti alla sede RAI di Viale Mazzini a Roma il 29 novembre 2022, lamentando che la RAI come servizio pubblico avesse dato informazioni false sui vaccini e che loro ne erano la testimonianza diretta.
Servizio pubblico? Permettere a Fiorello di fare una “gag” offensiva e fuori luogo, che in un colpo solo è riuscito a ridere della discriminazione altrui e della sofferenza dei danneggiati e dei loro cari è servizio pubblico? Nessuno del Festival di Sanremo si è mai scusato per questo e concedere uno spazio per parlare dei danneggiati sarebbe stato davvero il minimo da fare.
Il ricordo del giornalista Giuseppe Fava
Gino Carnevale ricorda il giornalista Giuseppe Fava che veniva ucciso dalla mafia 40 anni fa, con cinque colpi di pistola il 5 gennaio 1984, venne ucciso perché sapeva e parlava. Gino Carnevale ricorda le sue parole, in un’intervista di Enzo Biagi: “Ho visto molti funerali di Stato, spesso gli assassini erano sul palco delle autorità”. “I mafiosi stanno in Parlamento, i mafiosi a volte fanno i ministri, i mafiosi sono i banchieri, i mafiosi sono quelli che in questo momento sono ai vertici della nazione. Se non si chiarisce questo equivoco di fondo, cioè non si può definire mafioso il piccolo delinquente che arriva e ti impone la taglia sulla tua piccola attività commerciale, questa è roba da piccola criminalità che credo faccia parte ormai di tutte le città sia italiane che europee. Il problema della mafia è molto più tragico che importante, è un problema di vertice nella gestione della nazione ed è un problema che rischia di portare alla rovina e al decadimento culturale definitivo l’Italia”. Da queste parole Gino Carnevale conclude che Fava aveva visto lungo perché oggi l’Italia è davvero sprofondata e ricorda che venne ucciso poco dopo aver iniziato ad occuparsi delle basi americana in Italia. A questo proposito come dimenticare le denunce dei magistrati del calibro di Ferdinando Imposimato e Carlo Palermo a proposito di esplosivo proveniente da basi Nato italiane per compiere stragi e attentati nel nostro paese? Imposimato aggiunge che nel nostro paese ci sono 7 basi Nato, che sono sette “sette massoniche”.