“Il testimone”, il film russo sul conflitto in Ucraina, che i benpensanti hanno immediatamente etichettato come filo putiniano e anti-ucraino, prosegue il suo tour in Italia, non nelle sale cinematografiche dalle quali è bandito, ma grazie all’impegno di Vincenzo Lorusso di Donbass Italia e di Andrea Lucidi, i giornalisti freelance che il pubblico della trasmissione “A Viso scoperto – L’informazione senza veli” conosce bene, essendo più volte intervenuti in trasmissione (trovate le puntate passate qui). I due giornalisti stanno portando il film “Il testimone” in diverse città, organizzando apposite proiezioni, nelle sale che ne permettono la visione, grazie all’impegno di associazioni e privati che hanno a cuore la libertà di espressione e il pluralismo dell’informazione.
Ma come ben sappiamo le sanzioni alla Russia, sono un atto ignobile e soprattutto controproducente perché taglia energia a basso costo di cui abbiamo disperato bisogno e ci rende dipendenti dal gas naturale liquefatto degli USA, più caro anche perché trasportato via nave. Le sanzioni però non sono solo quelle materiali sui prodotti Russi, sono soprattutto quelle che vorrebbero imporre l’odio e il disprezzo per Putin e il popolo russo a tutti gli occidentali, e l’Italia, come sempre, mette il massimo impegno in quest’opera di censura, manipolazione e menzogna.
Tanto che a Modena e Bologna, dopo l’intervento dell’amministrazione le proiezioni de “Il testimone” sono state annullate.
Io ho avuto il piacere di assistere alla prima proiezione in Italia che si è svolta a Roma il 22 ottobre, da un punto di vista tecnico/cinematografico è un gran film e gli attori offrono delle interpretazioni straordinarie. Per quanto riguarda il contenuto, iniziamo col dire che il film racconta una storia di fantasia, storia che però riproduce i crimini di guerra che purtroppo i soldati ucraini e in particolar modo i battaglioni neonazisti, come il battaglione Azov protagonista del film, hanno realmente commesso. Certo è un film russo che dipinge gli orrori ucraini, non c’è dubbio, ma il punto è che quei crimini sono stati commessi, diventa pertanto un film che testimonia la realtà più atroce di questa guerra. E i russi hanno commesso crimini di guerra? Purtroppo sì, succedono in tutte le guerre, ma non sono i crimini sbandierati dal governo ucraino e dalla stampa mainstream di cui Bucha è solo il più squallido esempio. Se proiettassero un film ucraino sui crimini commessi dai russi, andrei a vederlo, perché solo sentendo entrambe le parti, confrontando le diverse posizioni, possiamo farci una nostra opinione. Anche solo per questo “Il testimone” è un film che tutti dovrebbero vedere.
In particolare a Bologna la proiezione era in programma il 27 gennaio alla casa di quartiere Villa Paradiso, ma è caduta per le accuse di essere un’opera di propaganda anti-ucraina.
Così il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, in seguito a un intervento del consigliere dei Verdi Davide Celli in Consiglio comunale:
«Sono contrario a ogni forma di censura – aveva detto Celli in aula – Credo che tutti noi siamo grandi abbastanza per potere giudicare, per capire che cos’è propaganda e che cosa non lo è, e mi spaventa se vengono messe delle censure e viene detto che certi film non devono essere mostrati in pubblico. Io lo andrò a vedere, perché voglio farmi un’idea di che tipo di propaganda portano avanti».
Ha ben pensato di escludere i verdi dalla maggioranza, insomma esprimere un’opinione pro Russia o contro l’Ucraina, in questo paese non è tollerato con buona pace dell’art. 21 della nostra bistrattata e calpestata Costituzione (“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure …”).
Comunicato del Coordinamento Paradiso su “Il testimone”
ll Comune di Bologna, con un gesto censorio inaccettabile, sta facendo pressione all’Associazione che ha in gestione Villa Paradiso perché IL TESTIMONE, un film da noi programmato come Coordinamento Paradiso per sabato 27 gennaio, non venga proiettato.
Il Comune, con il suo scellerato comunicato, non si è limitato a esprimere disappunto per questa iniziativa, ma ha convocato per lunedì 8 gennaio i responsabili dell’Associazione che a Villa Paradiso ha in gestione la Casa di Quartiere.
Il film sarebbe propagandistico e “pro-russo”, “putiniano”, insomma il nuovo male assoluto. Come organizzatori dichiariamo quanto segue:
- Il film non è vietato dalla legge italiana.
- Non ci risulta che il nostro Paese sia ufficialmente in guerra con la Russia.
- I cittadini hanno diritto di informarsi scegliendo le fonti, piaccia o meno a chi ha creato un clima di caccia alle streghe finalizzato a imporre un unico punto di vista, ignorando e censurando gli altri, con grave lesione della libertà di informazione e di espressione garantita dall’art. 21 della Costituzione.
- Questo atteggiamento censorio è del tutto funzionale e finalizzato a non trovare una soluzione negoziale a questa guerra, dove il popolo ucraino è diventato vittima sacrificale di ben altri interessi.
- La nostra volontà è quella di dare voce anche a chi dice che in Ucraina vige un regime autoritario che ha rivalutato personaggi complici del nazionalsocialismo come Stepan Bandera, mentre il regime nato da un golpe del 2014 ha messo fuori legge 16 partiti, chiuso giornali, emittenti. La “SBU” (Servizio Segreto Ucraino) persegue ogni reato ritenuto di semplice opinione, praticando sevizie e torture sugli oppositori; non abbiamo sentito da parte di alcun media e istituzione dire una sola parola su questi fatti.
- E’ legittimo sentire la voce di chi critica questo regime ucraino infarcito di neonazisti, a maggior ragione se si è antifascisti e contrari alla guerra. La gravità del gesto del Comune sta nella sua ingerenza censoria antidemocratica, dunque inaccettabile, guarda caso paragonabile a quanto accaduto a Bologna nel marzo del ’77, con la chiusura manu militari di Radio Alice e l’invocazione a reprimere il Movimento di allora da parte della giunta del PCI. Oggi, con l’amministrazione del PD, in uno stato che non è di guerra ma è come se lo fosse, si ripete la stessa logica liberticida in un contesto in cui non è più possibile contestare o anche solo criticare, documentandosi da altre fonti che non siano quelle del pensiero unico.
- L’atto liberticida e antidemocratico del Comune costituisce un pericoloso precedente, che sottrae il diritto di libera espressione. Pertanto ci appelliamo a tutte le forze democratiche e antifasciste per una civile mobilitazione che esprima tutto lo sdegno a questa manovra di palazzo: un atto irresponsabile che potrebbe lasciare spazi a chi con provocazioni, o peggio, si senta poi autorizzato a compierle. Due anni fa, abbiamo visto nella nostra città assalti squadristi di personaggi legati a Pravy Sektor alla festa antifascista in Bolognina e un tentativo di stupro in zona Mazzini ai danni di una compagna. Invitiamo tutti ad una mobilitazione di massa sul tema della censura di guerra, che dall’Ucraina alla Palestina viene imposta da governi scellerati e da cricche bipartisan che non ci rappresentano.
Il contro comunicato del Coordinamento Paradiso su “Il testimone”
Purtroppo il Coordinamento Paradiso ha fatto retromarcia, bloccando a proiezione del film su “Il testimone” con il seguente comunicato
Il sindaco di Modena ritira la sala per “Il testimone”
La stessa cosa è successa a Modena, questo il Comunicato dell’Associazione Culturale Russia Emilia Romagna:
La decisione del Sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli, di ritirare la concessione della Sala Civica di Via Viterbo all’Associazione Culturale Russia Emilia-Romagna, non solo rappresenta un’aperta violazione del regolamento comunale, ma costituisce un attacco ai principi sanciti nella Costituzione della Repubblica Italiana e più precisamente all’Art. 21: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.
La nostra Associazione, lungi dall’essere incompatibile con l’articolo 3 dello Statuto comunale “che si pone come obiettivo la promozione della piena affermazione dei valori di giustizia, di libertà, di democrazia e di pace”, organizza con cadenza mensile ed annuale, iniziative volte a salvaguardare la memoria dei Partigiani sovietici (inclusi i nostri fratelli ucraini) caduti nella Resistenza italiana. Quindi si pone legittimamente nel perimetro valoriale stabilito dai padri costituenti.
L’offensiva squadristico-mediatica operata dalla giunta di Kiev, la quale si è macchiata dei crimini gravissimi contro il popolo ucraino e le opposizioni politiche interne, si è basata su una “fake-news” promossa da organismi di informazione ucraini, e consistente nell’affermare che il “Comune di Modena” avrebbe concesso il Patrocinio alla conferenza/mostra sulla ricostruzione di Mariupol, congiuntamente al Consolato della Federazione Russa di Milano. Tutto falso in quanto il Comune di Modena non ha dato nessun patrocinio e lo stesso il Consolato Russo di Milano, era solo uno degli ospiti invitato a parlare.
La richiesta ed il relativo pagamento della Sala di via Viterbo, inclusa la valutazione di compatibilità, sono stati effettuati regolarmente, in maniera autonoma e priva di patrocini istituzionali, locali e stranieri.
La necessità di intervenire negli affari interni del nostro Paese, operata dal Ministero degli Esteri e dall’ambasciata dell’entità ucraina, è volta principalmente ad impedire che il popolo italiano abbia accesso a informazioni reali, in grado di smascherare definitivamente l’opera di demonizzazione perpetrata contro la Federazione Russa. L’iniziativa del 20 Gennaio 2024 aveva infatti come obiettivo la presentazione al pubblico italiano del processo di ricostruzione post-bellica in atto a Mariupol, senza alcun intento propagandistico. La partecipazione di giornalisti indipendenti comprovava la buona fede degli organizzatori, a differenza di tutta la serie di detrattori mobilitati da chi occupa illegittimamente Kiev dal 2014, e dai rispettivi propagandisti “italiani”, i quali, in più di un’occasione, hanno manifestato la volontà di annientare la Russia e suddividerla in micro-Stati.
Mentre la riabilitazione del fascismo ucraino (Banderismo) e l’elevazione al rango di “eroi” per coloro che collaborarono con l’esercito del Terzo Reich (OUN-B, – OUN-M, Battaglione Nachtigall, Roland, Waffen SS Galizien e UPA), non è più oggetto di interesse per gli organi di informazione italiani, si consente, come accaduto a Milano, la possibilità realizzare mostre fotografiche dedicate al “Battaglione Azov” (nota organizzazione neonazista) con il patrocinio del Comune di Milano.
Nel modenese, una unità delle Waffen SS ucraine Galizien venne trasferita da Trieste per sostituire i militari italiani, con il compito di sorvegliare il Campo di concentramento di Fossoli (Carpi), ed i suoi membri sono ricordati per la crudeltà e le atrocità verso i detenuti.
Così come a Rimini, nell’immediato dopo-guerra, vennero concentrati dalle autorità alleate, oltre 7000 criminali di guerra ucraini, non consegnati all’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS) per volontà di Inghilterra e gli USA, ma fatti transitare verso la Gran Bretagna, Canada e Stati Uniti d’America.
Tutto ciò non può essere ignorato dalle Istituzioni nate dalla Resistenza ed in particolare dal Comune di Modena, il quale ha sempre tenuto viva la memoria della Resistenza ed il legame storico con l’URSS.
L’Associazione Culturale Russia Emilia-Romagna proseguirà con le proprie iniziative, a prescindere dalle decisioni e dall’orientamento politico delle istituzioni nazionali e locali, nella certezza che i rapporti tra la nostra Regione e la Federazione Russa ritorneranno floridi e fruttuosi, e non vi sarà più spazio alcuno per etnonazionalismi e russofobia. Modena 08/01/2024.
Le proiezioni continuano e fanno sold out
Nel frattempo le proiezioni de “Il testimone” vanno avanti e se a Lamezia Terme scoppiano le proteste, Ostia, Torino e Genova fanno il sold out, le richieste superano enormemente i posti disponibili, insomma la pezza è molto peggiore del buco, L’opera di cieca e ottusa censura, ha ottenuto l’effetto opposto: una pubblicità gratuita al tanto odiato film russo. Viene da domandarsi, se il film fosse stato prodotto dall’Ucraina per mostrare gli orrori compiuti dai soldati russi, avrebbe avuto un posto d’onore nelle sale comunali?
Queste alcune locandine delle proiezioni: