Gli agricoltori tedeschi sono su tutte le furie. Dall’ 8 gennaio, con buona pace dei media mainstream che non documentano quanto sta accadendo, la Germania è letteralmente paralizzata dalla protesta degli agricoltori a cui si sono aggiunti i camionisti, anche da Polonia. Ungheria e Austria e numerose altre categorie. Le immagini che vediamo nella puntata sono impressionanti, c’è anche una mappa in tempo reale delle proteste che andranno avanti fino al 15 gennaio.
Il motivo scatenante della protesta, è stata la decisione del governo di tagliare le esenzioni dalle tasse sul carburante e sui veicoli agricoli e a nulla è valsa la retromarcia del governo che ha ripristinato le esenzioni tagliando al loro posto un fondo per la protezione del mare.
Infatti la rivolta degli agricoltori è contro le folli politiche “green” della UE, che nulla hanno a che vedere con l’ecologia o il taglio di sostanze inquinanti, infatti con la bufala che la CO2 sarebbe responsabile della presunta emergenza climatica, la UE vuole imporre misure per impedire l’allevamento e la coltivazione della terra.
Gli agricoltori sono determinati, il 5 gennaio un gruppo di agricoltori ha impedito al vicecancelliere e ministro tedesco dell’Economia Robert Habeck di sbarcare da un traghetto a Schlüttsiel, bloccando il molo e cercando di salire a bordo per discutere dei tagli ai sussidi agricoli. Il ministro, rientrando dalle vacanze, è stato costretto a tornare indietro per questioni di sicurezza. La protesta è terminata pacificamente dopo la ripartenza del traghetto.
Per quanto riguarda la finta emergenza climatica, per chi vuole approfondire, trova gli interventi di importanti studiosi, professori e scienziati qui, qui, qui e qui.
Le regole europee prevedono la messa a riposo del 10% della superficie agricola, la conversione di almeno il 25% della superficie agricola a biologico Virgo obbligo di rotazione annuale per tutte le colture cerealicole (di fatto si dimezza la produzione di grano). Riduzione del 50% dei pesticidi ma viene autorizzato su pressione tedesca l’uso del glifosato per altri 10 anni (il glifosato è dannoso per la salute e probabilmente cancerogeno). Riduzione del 30% dei concimi, varo delle etichette nutrizionali (Nutriscore), diminuzione dello spreco alimentare del 50% ma non all’origine e non in sede di trasformazione.
Tutto questo per raggiungere degli obiettivi che non avranno nessun impatto sull’ambiente ma avranno un devastante impatto sociale ed economico:
- Ridurre entro il 2030 le emissioni nette di CO2 del 55% rispetto al 1990.
- Raggiungere la neutralità carbonica entro 2050.
Obiettivi irraggiungibili, perché la UE delocalizza le produzioni in paesi dove si emette molta più CO2, obiettivi che anche se raggiunti non servirebbero a nulla. Tutto questo perché secondo la commissione europea l’agricoltura sarebbe responsabile del 10,3% delle emissioni europee.
Mentre scriviamo, oggi 15 gennaio, è in corso una imponente manifestazione a Berlino alla quale partecipano anche i camionisti e la cittadinanza. La partecipazione e la solidarietà della popolazione tedesca agli agricoltori è chiarissima: l’80%/85% dei tedeschi appoggia gli agricoltori.
È chiaro che l’effetto sarà l’aumento di prezzo dei generi alimentari e rischi per chi è un piccolo produttore. Anche gli autisti dei treni sono in sciopero per richiedere migliori salari e una riduzione delle ore della settimana lavorativa. Alla protesta si sono uniti anche agricoltori provenienti da Francia, Olanda, Belgio, Romania, Polonia, Austria e Spagna. Il fronte comune si è creato perché in ciascuno degli stati europei coinvolti si sta attaccando l’agricoltura in maniera diversa: in Olanda le proteste iniziarono quando il governo per ridurre le “emissioni” di azoto sancì di abbattere 1/3 del bestiame, mentre in Polonia, Romania e Francia il problema è la presenza sul mercato nazionale di prodotti importati prettamente dall’Ucraina a basso costo, il 55% del pollo in Francia è importato. Gli agricoltori si preoccupano della produzione dei rispettivi paesi, considerando che anche in Francia sono previste misure simili a quelle tedesche, con la differenza di un incedere più graduale.
La protesta degli agricoltori italiani
E in Italia? Nel vercellese dove si produce il 50% del riso nazionale (588 campi di calcio), la EU vuole sostituire i campi di riso con i pannelli fotovoltaici. Inoltre è in atto una massiccia campagna per utilizzare i terreni per l’impianti solari, senza contare l’eolico che ha già devastato ecosistemi e campi senza nessun vantaggio energetico e/o ambientale.
In Emilia Romagna pagano gli agricoltori da 500 a 1.500 euro/ettaro/anno a seconda dell’azione, per non coltivare la terra, è vero il bando ha risorse per “soli” 211.200 €, quindi non si parla di tutta la superficie agricola, ma sono il messaggio e soprattutto la richiesta ad essere irricevibili.
Per tutti questi motivi il C.R.A Agricoltori traditi, ha indetto una protesta nazionale per il 22 gennaio chiedendo l’appoggio di tutta la popolazione italiana.
È evidente che la politica UE porterà ad un aumento dei prezzi dei prodotti agricoli e della carne, inoltre aumenterà le importazioni di prodotti meno sicuri e genuini di quelli italiani. Ma la domanda è perché la UE vuole toglierci quello che abbiamo e sostituirlo con quello che vuole? I nostri diritti sono stati negati, così come la libertà di espressione durante la pandemia e sostituiti con il lasciapassare anche esso verde o se preferite “green”. Abbiamo automobili e moto perfettamente funzionanti, ma la UE vuole che le demoliamo per sostituirle con inutili e pericolose auto elettriche, abbiamo delle case confortevoli ma la UE vuole che le adeguiamo a standard energetici pena la perdita di valore. Abbiamo una tradizione culinaria, eccellenze agricole, bestiame e formaggi, ma la UE vuole toglierci tutto e sostituirlo con insetti e carne sintetica.
La protesta degli agricoltori non solo è sacrosanta ma ci riguarda tutti.
Nella seconda parte elettrosmog 5G oltre i limiti a Trento, l’ultima intervista di Faina Savenkova e le recenti dichiarazioni del ministro degli esteri russo Lavrov.
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