La strage di Gruaro, ovvero la vaccinazione anti difterica del 1933, che causò la morte di 28 bambini e affetti avversi in tutti i bambini vaccinati.
Oggi, anche grazie alle ricerche e interviste dell’associazione Corvelva, siamo a raccontare quanto accaduto, una storia che ha devvero tante analogie con la catastrofica e punitiva gestione pandemica a cui siamo stati sottoposti in violazione dei nostri più elementari diritti e in deroga alla scienza, come ormai ampiamente provato dalle inchieste giornalistiche. Khaleghpour Langrudi Nassim, vice presidente Corvelva e Moreno Menini dello staff Corvelva, intervengono in trasmissione e raccontano i frutti del loro lavoro, raccontano una storia agghiacciante e disumana, per troppo tempo tenuta nascosta, che dimostra oltre ogni ragionevole dubbio, che il potere ha obbligato ad una sperimentazione senza scrupoli, dei poveri bambini innocenti e non si è fermato nemmeno di fronte ai devastanti effetti avversi. Se qualcuno è convinto che il potere, gli stati, gli organismi sovranazionali come l’OMS e le case farmaceutiche non farebbero mai nulla di male alla popolazione, a fine video avrà probabilmente cambiato idea.
L’articolo di Corvelva è completo, esaustivo e corredato da un’intervista ascoltabile in podcast ad Angelina, una dei sopravvissuti.
Gruaro: una strage tenuta nascosta
La storia è recentemente venuta alla luce grazie a Adamo Gasparotto, nato a Pradipozzo di Portogruaro nel 1928 e cresciuto a Gruaro che ha raccontato i fatti attraverso diversi articoli di giornale.
Un libro commissionato dal Comune di Gruaro sulla vicenda, nonché le due targhe commemorative sulle cappelle cimiteriali dove riposano “i fioi de la pontura”, sono merito della sua determinazione e voglia di verità. A lui, come a tutti i bambini vittime di quella follia, è dedicato il nostro redazionale. Scrive Corvelva nel suo articolo di inchiesta.
Gruaro è un piccolo centro della provincia veneziana dove opera il medico condotto Bettino Betti. Nel dicembre del 1932, il Podestà fa recapitare sulla scrivania del Dott. Betti una circolare del Prefetto con un ordine preciso: eseguire la vaccinazione antidifterica dei bambini del paese.
Inizialmente il medico era fortemente contrario sia perché non c’era nessuna epidemia in corso, c’erano stati solo 2 casi in tutta la provincia di Venezia e perché: attualmente nei confronti di tale malattia le condizioni generali della popolazione sono più che soddisfacenti. Gruaro 24-12-1932).
Ma la contrarietà del dott. Betti durerà poche settimane per trasformarsi in una mera esecuzione degli ordini con enorme solerzia.
Da qualche anno si andava affermando il vaccino del biologo francese Leon Gaston Ramon, risalente al 1923/1925, che prevedeva un ciclo di 3 inoculi.
Il Prefetto Bianchetti (vero regista di questi fatti) ai primi di gennaio del 1933, incurante delle rimostranze del Betti, dà istruzioni al Podestà di ottemperare all’Ordinanza e, inoltre, impone che la vaccinazione venga eseguita con il vaccino fornito dall’Istituto Nazionale Sieroterapico di Napoli, diretto dal Prof. Terni.
Il vaccino “Terni” era ottenuto con un metodo di coltura differente dal “Ramon” per la produzione di tossine ad alto valore di antigene e prevedeva un’unica iniezione al posto delle 3 canoniche associate con 2 controlli Schick piuttosto dolorosi. La dose che l’Istituto Terni generalmente proponeva in quegli anni era tripla rispetto alle singole iniezioni del Ramon; in alcune sperimentazioni però, arrivava a fornire dosi decuplicate.
Il vaccino Terni era in tutto e per tutto sperimentale e quei bambini furono le cavie, era un vaccino italiano ma mai sperimentato.
Gruaro: l’inizio della vaccinazione sperimentale
Il giorno stabilito dal Prefetto per l’avvio della campagna vaccinale è il 20 Marzo 1933. Da quel momento tutti i bambini dai 13 mesi agli 8 anni del comune di Gruaro dovranno essere inoculati con l’antidifterica.
Betti esegue gli ordini, nonostante quella contro la difterite non sia obbligatoria per legge, diventerà obbligatoria solo per le cavie, per i bambini di Gruaro e per portare a termine la vaccinazione forzata e a tappeto: “Il dottor Betti ha fatto pressioni molto forti sulle famiglie per convincere a punturare, qualche volta usando l’arma del ricatto: chi non porta i bambini alla vaccinazione potrebbe essere escluso dall’assistenza medica” (Testimonianza di Maria Danielon in Modenese, classe 1926).
Anche il parroco, Don Cuminotto, suggella l’alleanza fra trono e altare invitando le famiglie dal pulpito della messa alla vaccinazione antidifterica.
Chissà se avrà descritto anche lui il vaccino Terni come “atto d’amore”, prima che causasse menomazioni e morte delle anime di cui era custode.
Vaccino sperimentale, obbligo senza conoscere gli effetti collaterali e ingerenza della chiesa … Vi ricorda qualcosa?
Il programma di vaccinazione è fittissimo: Lunedì 20 Marzo vengono vaccinati 47 bambini, martedì 92, mercoledì 48, giovedì nessuno, pausa, venerdì 10, sabato 33, domenica tutti a messa e altra pausa, il lunedì seguente 28 e martedì 28 Marzo gli ultimi 3. 254 bambini vaccinati in 9 giorni (mancavano all’appello le tre figlie del segretario comunale che non si sono presentate a scuola).
Gli effetti collaterali gravissimi sono praticamente immediati, ma il dottor Betti porterà comunque a compimento il suo ”lavoro”, alla fine 28 bambini moriranno e tutti gli inoculati verranno ricoverati in ospedale
Giuseppe Colautti (Beppino) è tra i 47 bambini vaccinati il primo giorno, inizia a star male da subito, non cammina più bene (finirà col morire il 28 Aprile). Il Dott. Bettino Betti però tira dritto continuando a zittire tutti quei genitori venuti a chiedere spiegazioni: “nessuna correlazione”, era la risposta a tutti.
Poco dopo il Prefetto sospende la vaccinazione e il 9 aprile arriva persino un’ispezione del medico provinciale volta a sincerarsi personalmente delle condizioni dei bambini malati dopo l’iniezione.
I bimbi dimenticati di Gruaro
Da qui in avanti è un bollettino di guerra: i bambini iniziano ad aggravarsi in contemporanea palesando l’arcobaleno del malessere in tutte le declinazioni più gravi: cecità, febbre alta, incapacità a deglutire, dolore alle gambe, paralisi a vari livelli, bolle su tutto il corpo. Solo a questo punto il Dott. Betti si mette a lanciare telegrammi a raffica chiedendo le “contropunture” (anticorpi in grado di bloccare il virus vivo della vaccinazione), che non arrivano in quantità sufficiente e comunque non riescono a fermare i processi degenerativi in corso. Tutti i 254 bambini vaccinati vengono ricoverati: i più gravi in ospedale a Padova e in quello di Portogruaro e nel dispensario comunale gli altri. A partire dal 24 Aprile e fino al 16 Maggio si contano 28 morti, 13 maschi e 15 femmine. Sembra che in molti casi siano morti i più piccoli. Ben tre famiglie che perderanno purtroppo entrambi i figli. Alcuni resteranno segnati a vita, altri sopravvissuti ricordano il riacutizzarsi di problemi anche a molti anni di distanza.
In questa storia, da seguire fino in fondo non manca il medico “eroe” che si spende per aiutare questi bambini, il risultato? Medico punito e Betti promosso. Anche questo ricorda i medici che durante la pandemia hanno curato i malati e sono stati puniti, mentre i vaccinatori e quelli che hanno lasciato i pazienti a tachipirina e vigile attesa sono stati elogiati.