La tossicità dei nano materiali lipidici dei vaccini covid a mRNA è stata dimostrata in uno studio intitolato: “Citotossicità Apparente e Citotossicità Intrinseca dei Nanomateriali Lipidici Contenuti in un Vaccino a mRNA COVID-19”.
In particolare gli eccipienti ALC-0315 e ALC-0159 sono classificati dall’EMA come nuovi eccipienti, mai utilizzati in precedenza in un medicinale in Europa e non registrati nella farmacopea dell’UE (EMA/707383, pag. 23).
Ciononostante, l’EMA, nel suo rapporto di valutazione del 19 febbraio 2021, sorprendentemente afferma:
Non sono stati condotti studi di genotossicità o cancerogenicità. I componenti della formulazione del vaccino sono lipidi e RNA che non dovrebbero avere un potenziale genotossico. (EMA/707383, 2021, p. 55)
Secondo le linee guida, non sono stati eseguiti studi di genotossicità o cancerogenicità. Non si prevede che i componenti del vaccino (lipidi e mRNA) abbiano un potenziale genotossico. Ciò è ritenuto accettabile per il CHMP. 1 (EMA/707383, 2021, p. 56).
Lo studio è stato effettuato dal dott. Gabriele Segalla, Dottore in Chimica Pura (Chimica Organico – Biologica), specialista in Chimica delle micro-emulsioni e dei sistemi colloidali, CEO & Chief Scientist di Multichem R&D Italy.
L’autore presenta i risultati in trasmissione, con gli interventi della dott.ssa Laura Teodori, già dirigente di ricerca ENEA, della dott.ssa Erminia Maria Ferrari medico e presidente CLN e dell’avv. Roberto Martina di ALI – Avvocati Liberi.
La dott.ssa Teodori in particolare fa notare che è stato dimostrato che un DNA doppia elica estraneo si inserisce nel genoma e che la contaminazione da Dna è molto superiore ai limiti Ema. Una contaminazione superiore è permessa da Ema ma non per farmaci trasportati da nanoparticelle.
Completano la puntata gli interventi della dott.ssa Erminia Maria Ferrari che evidenzia gli aspetti medici, clinici e patologici e l’avv. Roberto Martina che evidenzia gli aspetti giuridici e i possibili risvolti legali.
Il sommario dello studio
Il preparato medicinale denominato Comirnaty di Pfizer-BioNTech è una dispersione acquosa di nanomateriali lipidici, destinata a costituire, dopo lo scongelamento e la diluizione, il prodotto finito per iniezione intramuscolare. Nel presente studio vengono esaminate alcune evidenti criticità chimico-fisiche del preparato, in particolare per quanto riguarda il pKa (costante di dissociazione acida) apparente e intrinseco del suo principale eccipiente, il lipide ionizzabile cationico ALC-0315. L’altissimo valore del suo pKa intrinseco provoca, dopo l’internalizzazione e la fuoriuscita endosomiale delle LNP, un improvviso aumento della sua concentrazione di carica cationica e di conseguenza la formazione di citochine pro-infiammatorie e ROS (specie reattive dell’ossigeno), che possono disgregare la membrana mitocondriale e rilasciarne il contenuto, causare errori di traduzione dell’RNA, polimerizzazione delle proteine e del DNA, mutazioni del DNA, distruzione della membrana nucleare e conseguente rilascio del suo contenuto. Inoltre, il valore apparentemente basso di pKa (6,09) di ALC-0315 associato ad altri lipidi nei LNP, non è adatto all’applicazione intramuscolare. Il suo valore è troppo basso per consentire una corretta trasfezione delle cellule ospiti, nonostante quanto affermato da EMA (European Medicines Agency) nel suo Assessment report del 19 febbraio 2021, in flagrante contraddizione con la stessa fonte bibliografica ivi citata.
Inoltre, l’eccezionale penetrabilità, la mobilità, la reattività chimica e l’accumulo sistemico di nanoparticelle lipidiche cationiche incontrollabili, con alti livelli di citotossicità, rilasciate in sedi biologiche imprevedibili, anche lontane dal sito di inoculazione, sono tutti fattori che possono portare a un disastro medico senza precedenti. Si raccomandano ulteriori studi e verifiche immediate, tenendo nel frattempo in considerazione, in accordo con il principio di precauzione, l’immediata sospensione delle vaccinazioni con i vaccini COVID-19 a base di mRNA-LNP.
Trovate lo studio completo qui: