Vaccinazione forzata a 97 anni? È quello che purtroppo è realmente accaduto, e che vorrebbero ripetere nonostante oggi non ci sia nessuna emergenza pandemica e che la vaccinazione non sia obbligatoria.
L’incredibile storia di un’anziana signora di 97 anni, affetta da diverse patologie tra cui demenza senile e che da qualche anno ha un amministratore di sostegno, nonostante viva con la figlia, la dott.ssa Maria Pupita, che ha svolto il lavoro di farmacista ospedaliera per tanti anni.
Alcuni giorni fa si è presentata un’ambulanza a casa della signora per prelevarla e accompagnarla alla vaccinazione, al rifiuto della figlia è intervenuta la polizia.
La dott.ssa Maria Pupita ci racconta questa triste storia, portando video, documenti, sentenze e analisi, il dott. Silvio Sposito, endocrinologo e specialista in medicina nucleare (intervenuto diverse volte in trasmissione, per esempio qui, qui, qui, qui, qui, e qui) commenta e da un opinione medica.
La battaglia giudiziaria e sanitaria per fermare la vaccinazione coatta
La dott.ssa Maria Pupita si era già opposta con tutte le forze alla prima dose, anche perché la madre aveva superato il covid, senza conseguenze, grazie alle cure e all’affetto della figlia e aveva ancora gli anticorpi alti. Purtroppo dopo una lunga opposizione anche di fronte alle sentenze dei giudici, non aveva potuto evitare la prima dose.
Prima dose che aveva dato effetti collaterali alla povera mamma 97enne.
Anche per questo motivo, la dott.ssa Pupita si oppone fermamente alla somministrazione della seconda dose, ma soprattutto in ragione dei risultati della analisi effettuate il 20 ottobre 2023.
Valori del D-Dimero e della troponina preoccupanti perché molto alti, senza contare i 2.080 anticorpi anti Sars-Cov-2.
Purtroppo il 2 agosto 2023 una sentenza del Tribunale di Arezzo conferma le precedenti decisioni e conferma che l’anziana mamma 97enne della dott.ssa Pupita deve essere vaccinata.
Tra le motivazioni si legge
“il medico curante dell’amministrata, dott.ssa … , ha confermato l’utilità della vaccinazione Covid-19 (…) per la fragilità della signora (…)” mentre “la relazione (…) a firma della dott.ssa … non afferma con certezza l’incompatibilità della situazione sanitaria dell’amministrata con la conclusione del ciclo vaccinale, ma si esprime solamente in termini generali sulla “maggiore efficacia dell’immunità naturale rispetto a quella indotta dalla vaccinazione” e sulle possibili conseguenze negative della vaccinazione.”.
Ma se andiamo a leggere la citata lettera della dottoressa ci accorgiamo che le cose non stanno esattamente così:
La dottoressa sconsiglia vivamente la profilassi vaccinale da cui la paziente non potrebbe trarre alcun giovamento, ma al contrario rischierebbe di morire.
Ma poi perché accanirsi su una povera signora di 97 anni? Perché tormentare la tranquillità della figlia? Qualcuno potrebbe pensare che la colpa sia dell’amministratore di sostegno, ma non è così, l’amministratore di sostegno, considerati i pareri medici è obbligato a richiedere la vaccinazione, se infatti la signora prendesse il covid e ne subisse conseguenze gravi, lui ne sarebbe responsabile. La responsabilità è dei medici che continuano a consigliare una iniezione che potrebbe solo recare danni all’anziana paziente.
Il rifiuto della vaccinazione forzata
L’amministratore di sostegno dopo aver informato la dott.ssa Pupita, si è presentato con l’ambulanza per accompagnare la 97enne a fare la vaccinazione, al rifiuto della donna a farli entrare, ha allertato la polizia, che una volta intervenuta e resasi conto che la 97enne stava bene e non aveva nessuna intenzione di andare a fare la vaccinazione, ha parlato con l’amministratore di sostegno, dopodiché ha informato la dott.ssa Pupita che ci saranno delle conseguenze per resistenza a pubblico ufficiale. Ma la cosa ancora più triste è che è stato prospettato di mettere sua mamma in una Rsa, dove sarebbe vaccinata e dove passerebbe i suoi restanti giorni lontana dai suoi affetti e dalla sua casa.