Mimmo Lucano e la quasi assoluzione in appello, o meglio (quasi) graziato dalle toghe in appello, come scrive Zaira Bartucca giornalista e direttore di Recnews.it, intervenuta più volte in trasmissione (ad esempio qui, qui, qui, qui e qui).
Zaira Bartucca è anche autrice de ” I padroni di Riace: Mimmo Lucano e gli altri. Storie di un sistema che ha messo in crisi le casse dello Stato” (RN Inchieste Vol. 1)
Il viaggio all’estero dell’ex sindaco di Riace e il conto sparito. Almeno dieci milioni volatilizzati. Migranti che risultavano in Calabria mentre venivano arrestati dall’altra parte dell’Italia. Poi i matrimoni combinati, le truffe e quel vizio di fare la “cresta” praticamente su tutto. Il sistema Riace (non modello) è stato anche questo. A tenere le fila di tutto, Mimmo Lucano e uno stuolo di fidati dal ruolo altrettanto fondamentale. In questo ampio e dettagliato volume di settanta capitoli comprensivi di appendici, per la prima volta si racconta l’altra Riace, quella delle vicende giudiziarie e delle tante verità nascoste dalla stampa ufficiale. A margine ma nemmeno poi tanto, organismi noti, politici di livello, magistrati, funzionari, giornalisti ed eminenze grigie varie. Tutti affaccendati a costruire un’immagine inesistente, quella del “sindaco eroe” che agiva per altruismo e che dall’accoglienza fasulla non ci ha guadagnato nulla. Ma è davvero così? E cosa si nasconde dietro le storie di mala gestione? Cosa nasconde chi difende Lucano? Domande che qui trovano spazio assieme a documenti, interviste, cronache da un territorio indagato da vicino.
Con Zaira Bartucca ripercorriamo le tappe dell’inchiesta della procura di Locri, in primo grado Domenico “Mimmo” Lucano era stato condannato a 13 anni e due mesi. La condanna era stata molto più dura di quella richiesta dal pm, che era 7 anni e 11 mesi. invece la decisione del presidente della Corte d’Appello di Reggio Calabria Elisabetta Palumbo dell’11 ottobre ha ridotto la pena ad un anno e mezzo di reclusione con la pena sospesa, per Mimmo Lucano.
Lucano non ha perso tempo ed ha ben pensato di “invitare” i profughi palestinesi a Riace per ospitarli nel “villaggio globale”, un modo come un altro per festeggiare la quasi grazia e per rilanciare le sue imprese, sintomo che Mimmo Lucano difende in tutto il suo operato ed è pronto a ricominciare.
Ma c’è davvero da festeggiare? Intanto c’è la condanna a un anno e mezzo di carcere per falsità materiale ed ideologica, poi il processo non si chiude qui, con ogni probabilità passerà in Cassazione, con tutti i 21 pesantissimi capi d’accusa, potrebbe portare ad un’assoluzione totale, ma anche ad una condanna molto più aspra, infatti nel caso la Cassazione annullasse la sentenza della Corte d’Appello ci sarebbe il rinvio del caso per un nuovo esame. Poi ci sono altre inchieste e processi penali in corso che pendono tutt’ora sulla testa di Mimmo Lucano, e il loro esito è ancora tutto da scrivere.
La scuola di vaccinologia e “l’ingerenza” di Pfizer nelle scuole
Gentile Dirigente Scolastico,
Gentile Presidente del Consiglio di Istituto,
Gentili Docenti,
Vi scriviamo in rappresentanza di un nutrito gruppo di psicologi e di associazioni professionali, diffuso su tutto il territorio nazionale, aggregatosi in vista dell’approvazione del nuovo Codice Deontologico degli Psicologi. Le nostre azioni vanno a favore della tutela dei diritti dei bambini, dei ragazzi, della cittadinanza tutta e non solo della categoria. Con il presente comunicato, in qualità di psicologi e professionisti della salute mentale, intendiamo sensibilizzare e sollecitare la scuola a tutelare i propri alunni, ponendo un argine alla situazione che esponiamo qui di seguito, che riteniamo essere assai preoccupante. Abbiamo appreso dalle testate giornalistiche e da un intervento al Festival digitale popolare del 7 Ottobre 2023 a Torino, che Pfizer Italia, in collaborazione con la Fondazione Golinelli e la Fondazione Media Literacy, porteranno un progetto nelle scuole contro la disinformazione e “per una migliore alfabetizzazione medico-scientifica di studenti e professori”. Dall’intervento sul progetto presentato al Festival digitale popolare, nel quale è stato negato il contraddittorio richiesto più volte da persone tra il pubblico, abbiamo appreso che Pfizer vorrebbe “istruire” gli studenti su come discernere le informazioni corrette dalle fake news, affidandosi anche ai fact checker. Pfizer ha parlato di come, durante la pandemia, i social siano diventati un veicolo di fake news e dell’importanza di controllarli al fine di far circolare la corretta informazione.
Inizia così il documento denuncia del gruppo di psicologi “Il NO che UNISCE”, sottoscritto anche da “Amici per l’Italia” qui il testo completo:
Il gruppo di psicologi ha lanciato anche una petizione che ha quasi raggiunto 15.000 firme in pochi giorni.
La tragedia di Mestre
Una dettagliata analisi dell’incidente del bus precipitato dal cavalcavia di Mestre, il bus era elettrico per questo motivo ha preso fuoco dopo l’impatto, hanno preso fuoco le batterie, come testimoniato dai vigili del fuoco. Purtroppo non è un caso isolato, i veicoli elettrici prendono fuoco spesso in seguito agli incidenti, sempre se non prendono fuoco da soli per autocombustione, come abbiamo visto più volte in questa trasmissione.
Il bus viaggiava a 36 chilometri all’ora, e prima di precipitare andava a 6 chilometri all’ora, il che fa propendere per un malore dell’autista. I suoi amici dicono che si era dovuto vaccinare per continuare a lavorare e che temeva potesse avere un malore improvviso. Inoltre Alberto Rizzotto, l’autista del bus, era iscritto al gruppo Facebook “Danni collaterali” da circa 2 anni, il gruppo è dedicato ai danneggiati da vaccino covid.
L’autopsia è stata secretata, il suo profilo Facebook è stato immediatamente svuotato di ogni contenuto, la famiglia ha optato per la cremazione, tutte cose che lasciano perplessi.
Come sempre si mettono di mezzo i fact checker, che si sentono nati con la verità in tasca e forzano la mano dando per scontate notizie che non lo sono.
Infine recentemente un autobus della stessa linea si è schiantato contro la colonna di un palazzo per un malore dell’autista e salta fuori un terzo incidente nel quale l’autista aveva riferito di avere frenato ma che l’autobus aveva accelerato, l’autista era stato immediatamente licenziato.
Purtroppo l’incidente di Mestre non è un caso isolato, per questo l’associazione Resistere, ha inviato una richiesta alla regione veneto, di istituire screening periodici cardiologici per gli autisti di mezzi pubblici.