In questa puntata vediamo diversi reportage realizzati dai giornalisti freelance Vincenzo Lorusso e Andrea Lucidi in Donbass.
Interviste, immagini e filmati che fanno luce sulla realtà che l’Occidente vorrebbe nascondere e mistificare.
Una realtà che ha inizio molti anni prima dell’invasione russa in Ucraina, che parla di una popolazione vessata, il cui unico desiderio è quello di vivere in pace secondo le proprie tradizioni, ma che si è visto costretto a difendersi dagli attacchi e dai bombardamenti dei suoi stessi compatrioti.
Stakhanov, la città martire della Repubblica di Lugansk
La puntata inizia da Stakhanov, la città martire della Repubblica di Lugansk (Donbass-Russia), una città che viene bombardata dal 2014, una città fantasma con quartieri ridotti a rovine.
Il sindaco spiega che la sua popolazione chiedeva solo un po’ di autonomia e di poter continuare a parlare la loro lingua madre, il russo. Ma il governo ucraino non ha voluto, battaglioni nazisti hanno iniziato a bombardare ed attaccare il Donbass, votando il genocidio dei cittadini di Stakhanov. Il governo ucraino ha assediato il Donbass togliendo, la corrente, il cibo, gli stipendi e le pensioni.
Così la gente è rimasta senza nulla, chi portava il cibo in città veniva ucciso dai battaglioni nazisti, così i cittadini si sono armati prelevando le armi dai distretti di polizia per difendere la popolazione e la loro terra. Kiev ha reagito con bombardamenti e carri armati distruggendo 55 strutture sociali ,327 palazzi, 759 case.
Ma dal 2022 i bombardamenti si sono intensificati, radendo al suolo anche scuole ed asili, ospedali, Kiev ha bombardato i civili, non c’erano strutture militari nei luoghi bombardati.
Poi la testimonianza di una cittadina che mostra i risultati dei bombardamenti sulle abitazioni dei pensionati, dove è morta anche sua madre. Noi siamo bombardati tutti i giorni fin dal 2014.
Anche lo stadio è stato bombardato e distrutto, parla il presidente della squadra di calcio di Stakhanov, che mostra lo stadio distrutto. 100 anni di storia dello sport di Stakhanov distrutti, la squadra di Stakhanov aveva partecipato alla serie A dell’unione sovietica nel 1971.
Drammatica la testimonianza della vice primario dell’ospedale più grande della città, racconta uno degli ultimi e più violenti bombardamenti sui civili, che ha colpito parchi giochi, scuole e asili. Non siamo riusciti a salvare nessuno dei 21 civili feriti, tra loro due donne incinte e un bambino.
Un pensionato racconta la morte della moglie, il posto dove lavorava è stato bombardato.
La prigione segreta di Mariupol e il campo di addestramento Azov
Poi la storia di Galina e della prigione segreta di Mariupol, dove è stata detenuta perché accusata di essere un cecchino, ma lei non ha mai tenuto un fucile in mano, racconta violenze subite per costringerla a confessare quello che non aveva compiuto, le iniezioni, le torture, le minacce al suo bambino e alla sua famiglia, doveva confessare di essere una terrorista e alla fine ha ceduto. Le accuse derivavano dal suo compagno che, a sua insaputa, era un collaboratore dello SBU il servizio segreto ucraino.
Infine il sopraluogo nell’ex campo di addestramento per bambini e ragazzi del battaglione Azov, i campi dove i bambini e i ragazzi da 12 a 17 anni, imparavano a diventare soldati e ad odiare i russi e gli abitanti del Donbass. Il tutto condito con propaganda Nato.