Luca Secci, attore, regista e sceneggiatore e Stefano Castenetto, artigiano in guerra e attore, presentano il mockumentary “Dietro il dolore”, che è stato appena presentato al “Festival di Cannes”.
A differenza del docufilm che narra storie reali con personaggi reali, Il mockumentary è un film che narra storie reali con dei personaggi fittizi, in questo caso i due giornalisti sono dei personaggi inventati, mentre le testimonianze sono drammaticamente vere.
“Dietro il dolore” ha un taglio decisamente coinvolgente, con tempi cinematografici, che affianca all’interpretazione degli attori, persone reali che raccontano la loro storia.
“Dietro il dolore” nasce da un’idea di Stefano Castenetto, dopo aver conosciuto il dramma vissuto dai familiari che hanno perso i loro cari durante il covid.
Dai casi di persone lasciate a casa seguendo il protocollo “tachipirina e vigile attesa”, che arrivavano in ospedale troppo tardi per poter essere curate, alle terapie incongrue.
Persone entrate in ospedale per un’ustione alla mano, e morte per covid, morte da sole senza il conforto dei familiari e restituite, come gli oggetti personali, in un sacco nero, niente benedizione ai malati, niente estrema unzione ai morenti.
Dall’incontro tra Castanetto e l’attore e regista Luca Secci, nasce un’opera di grande valore cinematografico e una testimonianza di enorme rilevanza, sotto una forma diversa dal docufilm. Il fine non è solo quello di mostrare a tutti quanto è successo a queste persone e il dramma dei familiari, ma anche di raccogliere fondi per sostenere le spese legali di queste famiglie.
Dal momento che molto probabilmente “Dietro il dolore” verrà colpito da censura, non sarà possibile vederlo nelle sale, dovrebbe debuttare a Roma a luglio, in luogo da definire, poi probabilmente verrà distribuito nelle sale dei cine club, il ricavato verrà devoluto ai familiari delle vittime.
Il trailer di “Dietro il dolore”
La lettera al Papa
Come scriveva il “Comitato nazionale familiari vittime del covid” nella lettera inviata al Papa:
“… 175 mila persone morte in solitudine, senza il conforto di uno sguardo, di una mano amica che asciugasse il sudore o che li accarezzasse. 175mila persone morte senza estrema unzione. 175 mila persone morte senza che fosse permesso ai familiari di dare l’estremo saluto, riconoscere la salma, vestirli. 175mila persona risucchiate in un buco nero dal quale non sono uscite più lasciando centinaia di migliaia di familiari nella più nera disperazione. Alcuni si sono suicidati, altri hanno tentato più volte di farlo ma siamo riusciti a fermarli in tempo. altri hanno dovuto ricorrere a psicofarmaci, altri ancora non escono più di casa. Un popolo dolente e silenzioso che non ha neanche la forza di manifestare per chiedere dei diritti fondamentali come quello alla salute mentale o il diritto ad avere dei processi giusti per identificare colpe, mancanze, distrazioni che spesso hanno condotto alla morte del proprio caro …”