Andrea Cionci – Storico dell’arte, giornalista e scrittore, in un’intervista brillante e rivelatrice
riprende il suo ultimo libro “Il codice Ratzinger”, un best seller che svela i retroscena dietro le “dimissioni” di Papa benedetto XVI e ci aggiorna sulle ultime “scoperte” che non sono contenute nel libro.
Un vero e proprio codice che si desume a partire proprio dalla famosa “declaratio” con cui Papa Benedetto XVI non rinunciò ad essere Papa (infatti non rinunciò al “munus”) ma a fare il Papa (rinunciò al “Ministerium”).
Una conclusione a cui si giunge analizzando il testo originale in latino pronunciato da Papa benedetto XVI l’11 febbraio 2013 e confrontandola con il diritto canonico e la “Universi Dominici Gregis”, ovvero la costituzione apostolica della Chiesa cattolica promulgata da papa Giovanni Paolo II il 22 febbraio 1996. Il suo sottotitolo è Circa la Vacanza della Sede Apostolica e l’elezione del Romano Pontefice.
La “Declaratio” e il Papa Emerito
I dubbi sono molteplici dalle “dimissioni posticipate”, la “declaratio” infatti è dell’11 febbraio 2013 ma le dimissioni ebbero effetto alle ore 20 del 28 febbraio seguente; al fatto che una volta dimesso Papa benedetto non abbia mai abbandonato il Vaticano e abbia continuato a vestire di bianco come il papa, continuando peraltro a ripetere che il Papa era uno, senza mai però dire chi (lui o Bergoglio?).
Proprio l’orario delle dimissioni postume, è una delle nuove rivelazioni di Andrea Cionci in questa intervista.
Già nel libro Cionci fa notare che:
- a) egli non era afflitto da mali incurabili; b) decideva di farsi chiamare “Papa emerito”; c) continuava a indossare la “talare” bianca; d) non lasciava la residenza del Vaticano; e) formulava dimissioni “postdatate”.
Andrea Cionci
Romano di nascita, è storico dell’arte, giornalista e scrittore. Si occupa di storia, archeologia, ambiente e religione per alcune delle più importanti testate nazionali. Diplomato in Conservatorio, cultore di opera lirica, ha ideato il metodo educativo “Mimerito” sperimentato con successo dal MIUR in 200 classi scolastiche italiane. Promotore dello studio scientifico – di risonanza internazionale – sulle reliquie attribuite a Plinio il Vecchio, è stato giornalista embedded nei teatri operativi di Afghanistan e Libano, così come reporter in esplorazioni survivalistiche sui monti del Kenya e dell’Himalaya. Ha pubblicato il saggio di ambito musicologico Il tenore collezionista (Nardini, 2004), contribuendo alla riscoperta di Evan Gorga, primo interprete della Bohème pucciniana. Scrive spesso di storia militare ed è stato ispiratore della ricostruzione del Fiat 2000, primo carro armato italiano. Ha debuttato nella narrativa con il romanzo Eugénie (Bibliotheka, 2020). Autore de “Il Codice Ratzinger” (ByoBlu, 2022).