Questa è la seconda puntata dedicata all’inchiesta di Bergamo (trovate la prima puntata qui) con tutte le intercettazioni tra Speranza e Brusaferro e non solo.
La Procura di Roma ha trasmesso al tribunale dei ministri il fascicolo d’indagine sulla gestione del Covid (arrivato da Bergamo) relativo a tre ex ministri della Salute: Roberto Speranza, Giulia Grillo e Beatrice Lorenzin. Il reato contestato è di «omessa istituzione/rinnovo del Comitato nazionale per la pandemia».
La pandemia allunga la vita al governo
Goffredo Zaccardi, potente capo di gabinetto di Roberto Speranza, scrisse in un messaggio che il famoso report redatto per l’Oms da Francesco Zambon, che giudicava disastrosa la gestione della pandemia da parte del governo italiano, andasse fatto cadere nell’oblio, cosa che poi, guarda caso, avvenne proprio per intercessione di Ranieri Guerra, l’ex vice presidente dell’Oms dimissionario. Oggi sappiamo, dagli atti della procura, spiegava a una collega che tutti coloro che non avevano aggiornato il piano pandemico dal 2013 in avanti sarebbe finiti “nei casini”.
Ma sono ancor più eclatanti i suoi messaggi risalenti a marzo 2020, in piena prima ondata, così scriveva ad Arcuri l’ex super commissario: “Sentiamoci già domani. Sono deboli come gestione”.
L’ 11 marzo 2020 Zaccardi chattava con Luca Monteferrante, capo dell’ufficio legislativo del ministero della Salute, i due non sono entusiasti della gestione da parte del governo Conte, percepiscono la nomina di Arcuri come un brutto colpo per Speranza e ministero della salute. Ecco le parole di Zaccardi: “La pandemia allunga la vita al governo”.
In altre parole il governo viene tenuto in piedi dalla pandemia, se ciò corrispondesse al vero, significherebbe che il governo Conte si è approfittato della pandemia per mantenere il potere.
Il piano pandemico “dimenticato”
A proposito del piano pandemico I Pm di Bergamo scrivono: “Vi è comunque da dire che non è stato chiarito fino in fondo il motivo per il quale non sia stato adottato in nessuna delle sue parti e che si sia deciso di predisporne uno nuovo, senza, peraltro, aver preventivamente esaminato il piano esistente nei dettagli o, come dichiarato da Brusaferro, senza nemmeno averlo letto”.
Capito? Brusaferro il presidente dell’Iss e membro del Cts ignorava l’esistenza del piano pandemico, non lo ha mai nemmeno letto! Brusaferro che era quello che doveva comunicare “La verità ufficiale”, ecco le sue spiegazioni:
“Sono diventato presidente dell’Iss il 01/01/2019 All’atto dell’assunzione di tale incarico, non c’è stata un’informativa specifica sull’esistenza del piano pandemico del 2006. Nessuno me lo ha mai comunicato. Come professore di Igiene avevo conoscenza dell’esistenza di un piano pandemico, senza conoscerne però i dettagli”.
“Nessuno lo ha mai portato alla mia attenzione. Ho letto, come presidente dell’Iss, per la prima volta il Piano pandemico 2006 nel maggio del 2020. […] Nessuno mi ha segnalato che vi fosse un piano pandemico, né mi è stato richiesto di esprimere un parere su questo”.
Qui siamo al tragicomico, conoscere e far applicare il piano pandemico è un dovere del presidente dell’Iss, mentre Brusaferro ne ignorava addirittura l’esistenza! Insomma chi doveva affrontare l’emergenza non conosceva il piano per contrastarla.
Davvero Brusaferro ignorava l’esistenza del piano pandemico?
Ma c’è anche qualcosa che non torna nelle parole di Brusaferro, infatti il 6 e il 9 febbraio del 2020 un dirigente del ministero della Salute, Francesco Maraglino, si era fatto inviare il piano via mail e lo aveva inoltrato agli altri componenti del Cts. Come riportano gli inquirenti:
“Si può senz’altro affermare, pertanto, che almeno dall’ 11/02/2020, i membri del Cts fossero a conoscenza dell’esistenza di un piano pandemico per la risposta ad una pandemia influenzale, nonostante le dichiarazioni di Silvio Brusaferro”.
Che tradotto significa che Brusaferro ha mentito ai Pm, ma c’è di più perché proprio a febbraio 2020 a Brusaferro e all’Iss fu affidato il compito di elaborare un piano anti Covid. Scrivono i magistrati:
“Brusaferro dichiarava di aver preso visione del piano pandemico non prima del mese di maggio 2020, particolare non di poco conto, se solo si pensi al fatto che nel febbraio precedente era proprio l’istituto di cui è presidente a preparare un apposito piano anti Covid”.
La domanda è: perché hanno preparato un nuovo piano pandemico senza aver mai letto quello esistente? I Pm chiedono:
“Nell’ambito della taskforce prima e poi del Cts, si è mai posto il problema di verificare quali iniziative assumere sulla base del piano pandemico 2006?”.
Risposta: “No, a quanto mi risulta no. Non è mai stato affrontato il tema «piano pandemico» nel Cts o nella task force”.
Inoltre a smentire ulteriormente Brusaferro, oltre che Speranza, c’è il fatto che il 29 gennaio durante una riunione del Cts si parlò proprio del piano pandemico.
Le mascherine farlocche che Speranza credeva a norma
A proposito dei controlli sulle queste vergognose “mascherine” che assomigliavano a dei “panni spolvero” con i buchi per le orecchie Brusaferro scrive a Speranza:
“La valutazione di sicurezza biologica ha dato esito favorevole”
“Stiamo aspettando l’esito delle prove di efficacia filtrante”
“un problema potrebbe essere la vestibilità, vista la forma”.
Speranza replica: “Di queste ne possiamo avere 1 milione al giorno. Senza, saremmo in grandissima difficoltà. Mi dicevano che il test fatto in California aveva dato esito positivo. Con certificato”.
Brusaferro replica che bisogna ancora aspettare l’esito delle «prove di efficacia filtrante». Poi Brusaferro cambia argomento, ma alle 21.46 Speranza scrive: “Sono terrorizzato da questa cosa delle mascherine”
Brusaferro risponde: “Che io sappia hanno fatto autocertificazione in attesa di certificazione definitiva che è in corso in Usa. Lo faranno in pochissimo tempo”.
Speranza: “A me avevano detto Usa ok”
Questo e molto altro nel secondo video dedicato all’inchiesta di Bergamo, trovi la prima parte qui. La terza parte qui.