In questa puntata passiamo in rassegna le ultime “imprese” di Papa Francesco e cercheremo di capire se sono coerenti con il suo ruolo di Pontefice e di capo della Chiesa di Gesù Cristo. Nella seconda parte ascolteremo invece le parole di Monsignor Viganò.
Iniziamo dalle polemiche dopo la morte di Papa Benedetto XVI, gli attacchi, secondo Bergoglio, provengono da “gente senza etica”, mentre Papa Benedetto XVI era un “Santo Padre della Chiesa”. Per quanto riguarda l’omosessualità il Papa ha ribadito che “è peccato” condannare queste persone e “un’ingiustizia criminalizzarle”.
Come non essere d’accordo? Il punto però è che il Papa dovrebbe rappresentare e preservare la Chiesa, dovrebbe difendere la famiglia, dovrebbe condannare qualsiasi discriminazione, non solo quelle verso migranti e Lgbt, mentre, per esempio, non solo ha taciuto, ma ha addirittura appoggiato sia i lockdown che il green pass ed ovviamente la vaccinazione di massa. Come i non vaccinati non fossero stati discriminati e la popolazione non ricattata con il green pass. Per non parlare della mancata benedizione ai malati o l’estrema unzione ai morenti.
La Chiesa e la massoneria
Poi c’è la notizia della Loggia massonica Araba Fenice che si indigna perché la Chiesa condanna la massoneria e chiede l’intervento del Papa, Come riporta Chieti Today
“Ci rivolgeremo a Papa Francesco per chiedere un suo rapido e fattivo intervento in questa diatriba, che lede la nostra onorabilità e che, a conti fatti, minaccia la nostra sicurezza”.
In risposta alle dichiarazioni dell’arcivescovo Bruno Forte: “Poiché sono state prese iniziative pubbliche da parte di circoli massonici nel territorio dell’arcidiocesi – l’Arcivescovo Bruno Forte ritiene – opportuno ricordare la posizione della Chiesa nei riguardi della massoneria”.
“Rimane pertanto immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l’iscrizione a esse rimane proibita”.
Infine sottolinea come “i fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla santa comunione. Non compete alle autorità ecclesiastiche locali di pronunciarsi sulla natura delle associazioni massoniche con un giudizio che implichi deroga a quanto sopra”.
C’è da aggiungere che Il 26 novembre 1983 la Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicava una dichiarazione sulle associazioni massoniche, ne leggeremo alcune parti che tolgono ogni dubbio.
Il Monastero di Ravello
Come riporta Agi le suore del monastero di Ravello hanno fatto una donazione in favore di papa Francesco dell’intero patrimonio del secolare monastero, il cui valore si aggira tra i 50 e i 60 milioni di euro.
La scorsa primavera, le tre monache avevano scritto a Papa Francesco offrendogli tutte le proprietà del monastero per la sua carità. Il 25 giugno dal Vaticano il sostituto per la Segreteria di Stato veniva incaricato da Francesco I di comunicare alle monache l’accettazione della donazione.
Ma la gioia delle consorelle è durata davvero poco perché il Dicastero Vaticano per i religiosi disponeva il loro trasferimento, immediato e perentorio, delle tre suore in tre diversi monasteri italiani, col chiaro intento di svuotare, e dunque estinguere il monastero. Loro non hanno accettato e quindi sono state ‘dimesse’ e mandate a casa, per il loro atto di disobbedienza alla Chiesa e all’Ordine delle Suore Clarisse Urbaniste d’Italia.
Le due monache avevano opposto resistenza al trasferimento per difendere l’antica istituzione dalla soppressione e dalle conseguenti mire speculative.
“Grazie a voi che ci avete accolte e supportato per quanto è stato possibile – ha detto Suor Massimiliana alle persone che l’hanno salutata – noi in realtà non siamo state trasferite ma dimesse dall’Ordine. Appena noi abbiamo fatto la donazione al Papa, è stato deciso il nostro trasferimento. Ma noi non volevamo prendere nulla, siamo nate povere francescanamente, e così vogliamo morire. Dopo questa nostra scelta, è stato deciso il nostro trasferimento. Ma avevamo tutto il diritto canonico di portare a termine questa donazione. I superiori ci hanno ripensato e non abbiamo la possibilità di ricorrere all’atto di dimissioni. Questa è la verità. Noi abbiamo fatto la nostra parte, ora pregate voi per il monastero”.
Questo e molto altro in una puntata da non perdere