Insieme a Silvano Antori e Rosanna Favulli, lavoratori fragili, torniamo sul tema dei lavoratori fragili che non possono svolgere il loro lavoro in smart working, a causa della loro occupazione (camerieri, infermieri, commessi …), mentre nella seconda parte vedremo i video della manifestazione dei danneggiati da vaccino “Sedotti e abbandonati”.
Questa particolare categoria, giudicata inidonea a lavorare in sede per il pericolo di contrarre il covid, infatti è senza tutele da giugno 2022, quando sono scadute le garanzie che equiparavano l’assenza dal posto di lavoro al ricovero ospedaliero, senza così erodere il comporto di 180 giorni, terminato il quale verrebbero licenziati.
Quindi molti di loro sono rimasti a casa, ma hanno consumato tutto il comporto e quindi il pericolo di licenziamento è molto concreto.
Un articolo de “Il fatto quotidiano” spiega la situazione
Il ministro Calderone non ha però specificato la volontà di sanare un vulnus che si trascina ormai da sette mesi sulla pelle dei “superfragili”, vale a dire migliaia di lavoratori che non sono in condizioni di tornare in azienda per i rischi che corrono, ma quel lavoro non lo possono neppure svolgere da casa: piazzaioli, dentisti, magazzinieri etc affetti da gravi patologie croniche ad alto rischio, che sono rimasti senza tutele. In pratica, “super-fragili” il cui futuro è ipotecato sia dalla salute che dalle condizioni di lavoro.
La Manovra, infatti, ha prorogato al 31 marzo solamente il regime di smart working semplificato, escludendo le categorie di lavoratori che non possono svolgere l’attività lavorativa in modalità agile. Un buco, un vuoto legislativo, che si trascina ormai dal 30 giugno 2022
Molti avevano consumato ferie, permessi e malattia nel periodo emergenziale, e una volta tornati al lavoro, non hanno più trovato il loro posto, persino la scrivania: ad attenderli era pronta una dichiarazione di inidoneità alla mansione che prelude al licenziamento per giustificato motivo.
I Dem propongono, tra l’altro, la proroga dal 31 marzo (come attualmente previsto) al 30 giugno.
Il Movimento cinque stelle si spinge, invece, fino al 31 dicembre e proroga anche per i fragili che non possono svolgere la mansione in modalità agile di equiparare i periodi di assenza al ricovero ospedaliero, escludendoli dal periodo di comporto.
La stessa proposta è contenuta anche in un emendamento di Fratelli d’Italia. il senatore Antonio Guidi, responsabile del dipartimento di Disabilità ed Equità sociale del partito propone la retroattività al 1° luglio 2022 per chi non può usufruire dello smart working.
Una puntata per dare voce a queste persone ma soprattutto per sensibilizzare la politica e l’opinione pubblica su questo problema.
La situazione dopo la votazione degli emendamenti al milleproroghe non è chiara, tanto che alcune testate hanno titolato che era saltata la proroga per lo smart working per i lavoratori fragili, salvo poi fare retromarcia e scrivere che era stato prorogato.
Il comunicato stampa del Ministero
In effetti come da comunicato stampa del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che segue, è stato rinnovato, ma sembrerebbe solo per chi può svolgere la propria mansione da casa, resterebbero quindi esclusi tutti gli altri lavoratori fragili. Torneremo sull’argomento nelle prossime puntate cercando di fare chiarezza.
COMUNICATO STAMPA
Proroga smart working per i fragili, il Governo mantiene gli impegni
Roma, 9 febbraio 2023 – Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e il Governo mantengono le promesse sulla proroga fino al 30 giugno per i lavoratori fragili, tanto del settore pubblico che di quello privato. Il Ministro Marina Calderone, in tal senso, aveva già annunciato durante il question time al senato del 26 gennaio l’impegno a trovare le risorse per permettere la proroga dello smart working oltre il 31 marzo. Impegno concretizzatosi grazie alle coperture finanziarie (16 milioni), oltre che del Ministero del Lavoro, anche dei Ministeri dell’Economia e delle Finanze e dell’Istruzione e del Merito ad un emendamento al Decreto Milleproroghe approvato stamattina all’unanimità presso le Commissioni bilancio e Affari costituzionali del Senato.